perché il semplice saperlo è un seme; se il terreno è pronto una verità che lo incontra vi si annida e inizia a germogliare

Nel nome del Signore, Dio d’Israel, sia Michael alla mia destra, Gabriel alla mia sinistra, dinanzi a me Uriel, dietro a me Raphael.

E sopra la mia testa la divina presenza di Dio. (preghiera ebraica)

domenica 31 luglio 2011

Haaiah, angelo 26, dei nati fra il 28 luglio e il 1° agosto

Haaiah, o Ha’a’iyah, è il 26esimo Soffio e il secondo raggio angelico nel Coro degli Angeli Dominazioni, nel quale amministra le energie di Marte. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dal 5° al 10° del Leone ed è l'Angelo Custode dei nati dall’8 luglio al 1° agosto. 
I sei Angeli Custodi del Leone sono potenze solari che, collettivamente, suscitano nei loro nati un sentimento acuto del potere legale, grande fierezza e amabilità.
Il nome di Haaiah significa “Dio che illumina”
Il dono dispensato da Haaiah è la FINEZZA, e il TALENTO POLITICO.  
Questo Angelo (da non confondere con il cherubino Hahaiah), è l’energia che rende i giudici bendisposti verso la nostra causa e ci fa vincere il processo. Un’affermazione da interpretare in senso filosofico: tutti noi, che abbiamo cause da difendere e ambizioni da realizzare, possiamo guardare a quest'Angelo come motore delle nostre aspirazioni, l’energia che ci aiuterà a sostenerle e realizzarle. I nati di Haaiah, se ispirati da lui, sono giusti e retti, capaci di agire positivamente nei Palazzi di Giustizia, in campo sociale e politico e ovunque si richieda l'affermazione di Giustizia e Verità; agiranno in modo corretto, rispettando i principi sociali e morali, e con il suo aiuto potranno riuscire ad esteriorizzare questa forza. Haahiah infonde il senso del giusto e il desiderio di edificare: di conseguenza i suoi nati tenderanno ad operare nel mondo della politica, esercitando la propria influenza nella diplomazia e nell’elaborazione di trattati e convenzioni; e potranno avere particolare potere di realizzare, e organizzare a propria discrezione, in assoluta libertà, lo spazio sociale entro cui si svolgerà la loro esistenza. La persona potrà guadagnare denaro e servirsene per migliorare la vita sociale e personale. Produrrà ricchezza affermandosi con facilità nell'ambito delle imprese che controllano il suolo e i terreni edificabili, e potrà costruire immobili aventi lo scopo di diffondere pace e benessere, come istituzioni benefiche, filantropiche, sanitarie, ospedaliere, didattiche, culturali. Dice Haziel che Haaiah fa sì che “l'esecutivo superi il potere legislativo”: è la legge del più forte, del più intelligente. Ma attenzione! L’influenza del suo angelo contrario può far scivolare nella direzione esattamente opposta a quella indicata dall’angelo, e - anziché operare con equilibrio per la giustizia- condurre a un uso spregiudicato del potere. Questo è anche l'Angelo della Fortuna: una fortuna non cieca ma donata come risultato di un lungo travaglio, l'esito di una lunga elaborazione. 
Haaiah secondo Sibaldi
La radice del Nome esprime il concetto “la mia anima cerca le grandi imprese”.
Dice Sibaldi che “Cime tempestose”, il titolo dell’appassionato romanzo dell’Ha’ a’iyah Emily Brontë , sembra proprio un’allusione alle due aleph di questo Nome, che raffigurano un’enorme e inquieta potenzialità: un eccesso d’amore – di eros soprattutto – e di vigore, un’incontenibile voglia di dare inizio a grandi cose, di allargare il mondo. Quanto dovette soffrire Emily, che trascorse invece la sua breve vita nella casa paterna, con due sorelle a formare tutto il suo pubblico! Gli Ha’a’iyah sono nati per la folla. Lottatori, e conquistatori di masse, aspettano, come un altro aspetterebbe un taxi, di poter cogliere al volo una di quelle correnti ascensionali che trascinano gli individui in alto, verso la popolarità, e che in qualsiasi città del mondo sono molto più numerose di quel che si potrebbe immaginare: gli Ha’a’iyah sanno riconoscerle, imbrigliarle, e poi non mollarle mai, fino alla fine, senza che nessuna vetta faccia loro girar la testa. Come non esserne affascinati, mentre salgono così? Sono genî della comunicazione. Spesso imponenti nella figura, si sbracciano su una tribuna: come l’Ha’a’iyah Mussolini (l’unico statista che sia mai riuscito a parlare in versi a maree di gente che non si accorgeva di restare ipnotizzata dalla metrica), o su un palcoscenico: come l’Ha’a’iyah Schwarzenegger, divo e governatore. Aggressivi quanto basta, ma abilissimi nel giustificare la propria aggressività come indignata ribellione a qualche ingiustizia. Esemplare, a questo proposito, una battuta di Schwarzenegger nel film True Lies, che alla domanda se ha ucciso qualcuno risponde: «Sì, ma erano tutti cattivi»; o la disinvoltura con cui Mussolini, ex socialista, riuscì a far passare il colpo di Stato fascista per “rivoluzione popolare”. E non è che siano, in ciò, del tutto insiceri: le ingiustizie commesse da altri scatenano davvero la loro collera; ma la collera, per loro, può diventare rapidamente un pretesto per adoperare in grande stile la loro arma prediletta: l’intuito del politico ambizioso, che cerca situazioni di crisi per utilizzarle a proprio vantaggio, per ergersi a difensore, e plagiare coloro che difende, mentre li entusiasma con la sua maestria nel prevedere le mosse e le macchinazioni dell’avversario e nel preparare contromosse che lo spiazzino. A ciò si aggiunge l’altra sorprendente dote politica degli Ha’a’iyah: la capacità di inventare ideali che galvanizzino molti, e di costruire su quegli ideali regole rigorose e interi codici morali, per usarli poi, spesso, come il pifferaio di Hamelin usava il suo piffero – o come il capitano Ahab usò il suo odio per Moby Dick, nel romanzo dell’Ha’a’iyah Hermann Melville. Il guaio è che allora il loro senso di giustizia può ingigantirsi fino a diventare una specie di delirio paranoico, terribilmente convincente finché c’è un fervido Ha’a’iyah a proclamarlo, e strano, assurdo, a ripensarci dopo, quando l’Ha’a’iyah non c’è più. La moderazione è dunque il loro migliore alleato. Basterebbe un po’ di senso della misura per rendere veramente fruttuose tutte le loro qualità, soprattutto quell’innata conoscenza della psicologia di massa che le sostiene tutte quante. Gli Ha’a’iyah sono, inoltre, grandi organizzatori, lavoratori indefessi, pragmatici, abili nelle questioni finanziarie- e, se non si lasciano prendere troppo la mano dalla voglia di dominare, possono diventare l’anima di qualsiasi ufficio, o i costruttori del successo di qualsiasi azienda commerciale o produttiva. Come avvenne nel caso di Henry Ford che, tra l’altro, obbedì pienamente al suo Angelo inventando l’utilitaria, l’auto di massa. Quando hanno abbastanza pazienza per dedicarsi accuratamente allo studio, la loro mente, vasta davvero, può farne dei teorici di tutto rispetto, bravissimi anche a imporre le loro idee, come sir Karl Popper, filosofo della scienza e della sociologia: molto ha’aiano fin nel titolo è il suo testo più celebre, La società aperta e i suoi nemici, del 1945.
Se invece esagerano, non solo rischiano di apparire ridicoli e patetici, ma incorrono facilmente in quello che si rivela poi un errore per loro fatale: il tentare raggiri. Se appena si permettono qualche disonestà, è come se il loro stesso senso di giustizia si rivoltasse contro di loro e facesse in modo che li si scopra e li si punisca con durezza. Finché denunciano malefatte altrui, possono far innamorare la gente: ma se cominciano a ingannare, tradire, truffare, diventano d’un tratto la parodia di se stessi, chiacchieroni ammorbanti, insopportabili, e tutti li abbandonano. Tristissimo, allora, può essere lo spettacolo di un Ha’a’iyah rimasto solo che, sgomento, sospetta cospirazioni inesistenti, o immagina invano riscosse e vendette contro non si sa bene chi, mentre il senso di colpa lo corrode. Quelli che invece rispetteranno scrupolosamente le regole del gioco duro che gli è proprio - essere eroi e mai bugiardi (nemmeno nella vita privata!) questi sì, potranno aspirare a una vera grandezza.  
Qualità di Haaiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Haaiah dona grande forza interiore; attrazione per le cose divine; finezza e diplomazia, fraternità universale, giustizia, prudenza, ricettività, pacifismo, benevolenza, incorruttibilità: dunque propensione per la giustizia e la legge e per le attività diplomatiche. Haaiah concede riuscita in politica, diplomazia, magistratura, nonché nell'ambito delle attività di polizia e dello spionaggio.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Diralisen e rappresenta le prove e le difficoltà; le strade tortuose difficili. Ispira la cospirazione e il tradimento, paranoia, caos distruttivo, autoritarismo.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Haaiah si chiama "ordine dal caos". La tendenza delle cose ad andare “male” (secondo la ben nota legge di Murphy) si manifesta quando l’armonia fra le molteplici dimensioni dell’esistenza si spezza a causa di comportamenti ed emozioni sbagliate che si riverberano anche su chi non ne è responsabile.
Meditazione
Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per l'energia di questo Nome l’ordine emerge dal caos che sembra prevalere sull’armonia. Si ripristinano l’equilibrio e la serenità fra i sette giorni della settimana. Le cose che possono andare bene andranno benissimo, il bene troverà la sua strada senza ostacoli.
Esortazione angelica
Haaiah esorta a produrre benessere e ricchezza non solo per sé ma nell’interesse di tutti; a mettere il proprio carisma al servizio della giustizia e non della sete di potere.  
Giorni e orari di Haaiah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Haaiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 2 febbraio, 15 aprile, 29 giugno, 12 settembre, 23 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.8.20 alle 8.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Haaiah è il 145° versetto del Salmo 118: Clamavi in toto corde meo, exaudi me, Domine; iustificationes tuas servano (Ti ho invocato con tutto il cuore, Signore, rispondimi; osserverò i tuoi precetti).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; il che ci dà ulteriori spunti sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la
he-aleph-aleph risponde alla configurazione: 
"il Papa – il Bagatto – il Bagatto"
da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede il Papa (il mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale? Chiede per ben due volte il Bagatto (o Mago - l'inizio, la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che cosa sto scegliendo? come posso canalizzare la mia energia?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 28 luglio e il 1° agosto. L'angelo Haaiah appartiene al Coro degli Angeli Dominazioni guidato dal benevolo Arcangelo Hesediel. Il segno del Leone è sotto l’insegna dell’Arcangelo Raffaele mentre la decade che qui interessa (quella dal 23 luglio al 1° agosto) è sotto l'influsso del severo Arcangelo Camael. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Haaiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giuseppe Montana, poliziotto; Rocco Chinnici, magistrato; Giuseppe Santostefano, sindacalista.

sabato 23 luglio 2011

Nithaiah, angelo 25, dei nati fra il 23 e il 27 luglio

Nithaiah, o Nith-haiah, o Nithihayah, è il 25esimo Soffio e il primo raggio angelico nel Coro degli Angeli Dominazioni, nel quale amministra le energie di Urano. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dallo 0° al 5° del Leone ed è l'Angelo Custode dei nati dal 23 al 27 luglio. I sei Angeli Custodi del Leone sono potenze solari che, collettivamente, suscitano nei loro nati un sentimento acuto del potere legale, grande fierezza e amabilità.
Il nome di Nithaiah significa “Dio che dona la saggezza”
Il dono dispensato da Nithaiah è la SERENITA’.  
E’ il primo fra gli angeli del Coro guidato da Hesediel-Giove, di cui rappresenta il volto uraniano; controlla dunque le stesse energie dispensate da Lauviah 1, o angelo 11, ma si può dire in senso “contrario”: mentre Lauviah-11, infatti, infonde l'amore uraniano nella ricchezza gioviana (producendo la celebrità), Nithaiah infonde il potere di Giove nell'amore uraniano: venendo così ad attuare le condizioni per la magia bianca, cioè il dominio a fin di bene delle forze spirituali. Questo Angelo concede ai suoi protetti il potere di dominare cose e situazioni; grazie a lui la persona avrà al suo servizio Entità Spirituali piene d'amore.     
Nithaiah secondo Sibaldi
Anche Sibaldi sottolinea come questo sia l’Angelo della magia; nella radice del Nome Nithihayah c’è infatti il concetto: “Io faccio cooperare le cose materiali e l’invisibile “. Compito dei suoi protetti è dunque scoprire le misteriose connessioni tra il visibile e l’invisibile e i modi migliori per adoperarle. Ma i suoi nati non sono stregoni né sacerdoti, né si fanno ammaliare dai guru: loro mettono al centro lo scoprire; non hanno bisogno di maestri né di gerarchie ufficiali che, per mantenere un controllo sull’utilizzo delle forze invisibili, diano regole e investiture precise ai loro adepti. I Nithihayah appartengono piuttosto alla categoria ingiustamente infamata delle «streghe», cioè coloro che imparano da sé: che cercano e non smettono mai di trovare sul confine sottile dell’invisibile. Non per niente in diverse lingue i termini per indicare le streghe celano il significato della «sapienza»: come witch, in inglese, e ved’ma, in russo, entrambe derivate dall’antichissima radice indoeuropea wid, «conoscere». Si tratta insomma di personalità libere e coraggiose, indifferenti alle paure superstiziose, ai tabù, al gelatinoso conformismo della maggioranza; e, al tempo stesso, di mentalità pratiche, che non si accontentano cioè di un sapere fine a se stesso, ma cercano applicazione concreta per tutto ciò che scoprono nell’astratto. E tali appunto sono, per loro natura, e devono imparare a essere i Nithihayah. Tutto ciò, certo, li rende temibili per tutti i conservatori: coloro che vorrebbero far restare il mondo così com’è; e i Nithihayah devono superare molte difficoltà per diventare se stessi. La solitudine, soprattutto: la gente li trova strani, quando parlano di quel che a loro veramente interessa; si vedono perciò costretti a coltivare la loro sapienza in segreto, in margine alla società. Se sono colti – come il Nithihayah C.G. Jung – vengono ritenuti eretici dai loro colleghi; se sono più modesti, li si prende facilmente per pazzi, e li si compatisce o li si deride, perlomeno all’inizio. A ciò si aggiungono le loro resistenze interiori: la lotta che devono combattere in se stessi contro ciò che hanno imparato nelle scuole (luoghi razionali, dai quali i mondi spirituali sono rigorosamente esclusi) e nelle chiese (dove le «streghe» sono da sempre malviste). Ostacoli vengono anche dalle aspettative dei genitori, che spesso ambiscono, per i loro figli, soprattutto a uno stipendio fisso e alla pensione; e dai rapporti sentimentali, che altrettanto spesso impongono richieste in contraddizione con la loro eccezionale vocazione. Anche per queste ragioni le «streghe» sanno che la prima condizione per giungere alla magia è la saggezza. I conflitti interiori ed esteriori, le malinconie, le crisi di identità dei Nithihayah principianti vengono superati quando, con saggezza appunto, essi arrivano a porsi al di sopra di tutto quello che, nel mondo altrui, li potrebbe trattenere. Devono sviluppare una superiore, benevola, equilibrata comprensione del loro prossimo: allora divengono sufficientemente limpidi, e trovano in sé abbastanza energia per cominciare a scoprire davvero. Non tutti ci riescono – e pochi ci arrivano prima di una certa età. Fino a che non arrivano a tanto, si sentono anime in cerca, alle quali qualcosa impedisce di trovare: I can’t get no satisfaction, canta appunto il Nithihayah Mick Jagger. Possono anche aver successo in qualche tipica professione da cercatori: come atleti, per esempio, dediti sempre alla ricerca ossessiva di un primato; o sinceri idealisti, utopisti (Luigi Berlinguer, Ermanno Olmi) o persone di mondo, assetati di riconoscimenti, di successi mondani (George Bernard Shaw, Giosuè Carducci, Jacqueline Kennedy): ma non amano nulla di ciò che raggiungono, sono perennemente insoddisfatti e sprezzanti verso quello status quo da cui cercano approvazione, e la loro ansiosissima paura di perdere una qualche posizione che si siano conquistati nasconde la voglia segreta di liberarsene, per cercare altrove. 
Quando va male, è alto il rischio che le loro vane ricerche li portino verso le droghe, o anche a vampate di cupo disprezzo e di odio per ciò che li delude, oppure per chi, intorno a loro, sembra aver trovato in quel mondo la sua strada. A volte possono sviluppare malsani e intensi interessi per la magia nera e il terribile veleno che porta all’anima, e coltivare oscure manipolazioni della mente altrui. 
Un Nithihayah che si perda in simili paludi non ha, naturalmente, nessuna possibilità di giungere alla magia autentica: la sola via possibile è nella saggezza, e in quel coraggio di scoprirsi «streghe» che significa accettare se stessi come diversi: inconciliabili con i più – proprio come Jung, quando nel 1911 ruppe con la Società di Psicanalisi di Freud, dopo un famoso alterco sull’esoterismo. Non appena smettono di cercare nell’Aldiqua, trovano nell’Aldilà: e fanno un ottimo affare. Si sa che la fortuna aiuta gli audaci: e i Nithihayah non solo si sentono, nell’Aldilà, aiutati e guidati nelle loro scoperte (e lo sono davvero), ma traggono da quelle altre dimensioni grande energia, proprio come se invisibili alleati si incaricassero di scortarli e proteggerli sempre. Celeberrimo è l’esempio del Nithihayah Alexandre Dumas, con il suo incontenibile, inspiegabile vigore – e nelle sue opere sono ben evidenti i segni delle sue conoscenze esoteriche.  
Qualità di Nithaiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Nithaiah ama la pace e il silenzio; dona dunque amore per la saggezza, la pace e la solitudine, comprensione del disegno cosmico, trasmissione dell'energia. Concede tensione alla verità e alla ricerca spirituale. Inoltre facilita le persone alla ricerca di un buon alloggio in cui coltivare se stessi nella pace.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Alcanor e rappresenta i sortilegi e le maledizioni.
Causa suggestione e plagio, seduzione, provocazione; magia nera, costituzione di sette. Ispira odio nei confronti di Dio e la tendenza ad operare il male contro gli uomini, gli animali e i prodotti della terra.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Nithaiah si chiama "parlare chiaro". La cosa da comprendere per apprezzare i risultati di questa meditazione è che amare veramente non significa dire solo quello che gli altri vorrebbero sentire, ma saper essere sinceri, anche quando questo ci costa molto perché può causare dispiaceri. Allo stesso modo dobbiamo superare la paura di ascoltare delle verità che fanno male; queste sono condizioni necessarie per instaurare con gli altri rapporti veri e appaganti.
Meditazione
Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per l'energia di questo Nome, quando devo esprimere una verità trovo il coraggio di aprire il cuore e di parlare; quando devo ascoltare una verità trovo la forza di tacere e di ascoltare. 
Esortazione angelica
Nithaiah esorta a vincere le proprie tentazioni e a dominare gli impulsi egoistici, in modo di utilizzare i doni e i poteri concessi non per alimentare la propria vanità, ma per produrre ricchezze e sollievo per tutti.  
Giorni e orari di Nithaiah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Nithaiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 1 febbraio, 14 aprile, 28 giugno, 11 settembre, 22 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.8.00 alle 8.20. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Nithaiah è il 2° versetto del Salmo 9: Confitebor tibi, Domine, in toto corde meo; narrabo omnia mirabilia tua (confiderò in te Signore, con tutto il cuore; annuncerò tutte le tue meraviglie).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; il che ci dà ulteriori spunti sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice nun-thaw-he risponde alla configurazione: 
"la Temperanza – il Matto - il Papa"
da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede la Temperanza: (protezione, circolazione, guarigione): che cosa mi protegge? quale rapporto devo mantenere con me stesso? che cosa devo curare? verso quale punto devo rivolgere la mia ricerca interiore? chiede il Matto: da cosa mi sto liberando? da cosa devo liberarmi? Come posso canalizzare la mia energia? Chiede il Papa (il mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale?  
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 23 e il 27 luglio. L'angelo Nithaiah appartiene al Coro degli Angeli Dominazioni guidato dal benevolo Arcangelo Hesediel. Il segno del Leone è sotto l’insegna dell’Arcangelo Raffaele mentre la decade che qui interessa (quella dal 23 luglio al 1° agosto) è sotto l'influsso del severo Arcangelo Camael. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Nithaiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono i cittadini vittime della strage di via Palestro.

domenica 17 luglio 2011

Haheuiah, angelo 24, dei nati fra il 17 e il 22 luglio

Haheuiah, o Hahewuyah, è il 24esimo Soffio e l'ottavo (e ultimo) raggio angelico nel Coro saturnino degli Angeli Troni, nel quale amministra le energie lunari. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 25° al 30° del Cancro ed è l'Angelo Custode dei nati dal 17 al 22 luglio. 
I sei Angeli Custodi del Cancro, collettivamente, suscitano nei loro nati un profondo amore per la famiglia, senso del focolare domestico e di appartenenza alla terra natale. Passione voluttuosa ma anche amore sorretto da senso della fedeltà. Senso della conservazione, della stabilità e del risparmio.
Il nome di Haheuiah significa “Dio buono in sè”
Il dono dispensato da Haheuiah è la PROTEZIONE.  
Si tratta di un Angelo fonte di Vita e Salute perché riflette la Madre Cosmica. La protezione che dona, infatti, è anche la capacità di custodire quanto ci sta intorno; al suo dono è anche collegato l'aiuto provvidenziale che, secondo Haziel, può fornire ai malati.
Haheuiah si trova, nel proprio Coro, nella posizione più prossima al nostro mondo materiale, ove si mostra nel suo aspetto materno per far nascere e proteggere la vita inferiore. La sua energia infonde comprensione e guida per comprendere la Legge Naturale e, tramite tale comprensione, ritrovare la via spirituale. Anche per questo i suoi protetti possiedono il dono di restituire salute e integrità morale a coloro che le hanno perdute. Secondo i Testi tradizionali questo angelo aiuta gli esiliati, i fuggiaschi, i prigionieri e risolve le loro situazioni difficili: ma questo avviene perché l'esilio, la prigionia, la fuga, sono anche il risultato di situazioni interiori e l'Angelo può aiutare a comprendere come quello che ci accade è anche diretta conseguenza delle nostre azioni; per questo la gravità delle conseguenze perde necessità e può scomparire. Sul piano dei sentimenti, dice Haziel che Haheuiah infonde nella natura umana un'austerità che conduce a notevole riservatezza, senza sfoggio degli affetti. Nei suoi protetti La Legge Celeste s'imprime a fondo inducendo a rinunciare ad esercitare i propri poteri, e in generale il loro dominio. Per questo la persona avrà forte capacità di domare le proprie emozioni, e anche di mantenere regole come il digiuno, l'astinenza, la perseveranza nella concentrazione. 
Haheuiah secondo Sibaldi
Solo quando si accorgono della loro incredibile anima da Robin Hood, gli Hahewuyah cominciano veramente a vivere: e ciò può avvenire relativamente presto, come fu per l’Hahewuyah Ernest Hemingway, che a diciannove anni si sentiva un Robin fra le trincee del Piave, e a venti venne decorato al valore; oppure (ed è il caso più frequente) dopo i quaranta o ancora oltre. Ma all’età i protetti di questo Trono non attribuiscono alcun valore: in qualunque anno della loro vita si risveglino a se stessi si scoprono vigorosi, ottimisti, impazienti e traboccanti di futuro come il più disobbediente dei bambini. E subito fanno della disobbedienza un’arte, una missione addirittura: portano nel mondoun principio di libertà assoluta (anzisentono di essere nati per questo), indifferente a qualsiasi legge o consuetudine. Ne danno l’esempio, la predicano anche con grande piacere, e si impegnano a convertire i loro amici alla scoperta dei grandi tesori che il filo spinato del senso di colpa proibisce ai più. Gli Hahewuyah conoscono varchi speciali in quel confine terribile. Sanno che il senso di colpa è il più contagioso dei disturbi della personalità e che ogni individuo civilizzato se ne porta appresso quantità enormi: ma sanno anche di averne il vaccino, di essere anzi il vaccino loro stessi. Perciò sono tanto spesso esplosivi, esibizionisti: non è egocentrismo ma altruismo, è l’urgenza di questi medicine-men di fare pubblicità a se stessi, alle virtù risanatrici della loro presenza. Il loro messaggio è semplicissimo: sentirsi in colpa per un’azione commessa è una viltà, è solo una scusa per non crescere. Non è il passato che determina la tua vita, ma il futuro: tu sei più grande di te (di ciò che credi di essere), accorgitene! dimostralo a te stesso! Te lo impediscono soltanto le convinzioni altrui, ciò che gli altri credono di sapere di te, e di se stessi: ma anche loro sono più grandi di quel che sanno, e dunque impara a non lasciartene frenare. Tutto qui. All’atto pratico, ciò significa addestrarsi a perdonare se stessi innanzitutto, e gli altri di conseguenza: non chiedere conto, non imporsi né imporre punizioni o risarcimenti, non legarsi ai propri rancori, non fermarsi a contare e a sorvegliare i propri nemici, riconciliarsi non appena è possibile, e se è impossibile, dimenticarsene. L’enorme risparmio energetico che ne deriva per la nostra psiche si trasforma immediatamente in vitalità, creatività, potenza d’immaginazione e disponibilità alla gioia. Gli Hahewuyah risvegliati giurano che questa superiorità verso il passato è anche il culmine della sincerità verso se stessi e l’unico modo di essere veramente sinceri con gli altri. Gli si potrebbe obiettare che una società ha comunque bisogno di leggi e di tutori dell’ordine sia interiori, sia esteriori; ma vi risponderebbero che una società ha bisogno di uomini liberi e sani, e che ognuno ha soprattutto bisogno di se stesso. È un’opinione condivisibile? A loro non importa il vostro parere, pensano soltanto che sia utile e urgente, e proseguono dritti per la loro strada, lasciando che il loro fascino, il loro coraggio, le loro opere parlino per loro. Alessandro Magno era un Hahewuyah, e così Petrarca, che pur essendo un ecclesiastico non si fece alcun problema a dedicare un palpitante Canzoniere alla signorina Laura de Sade; sono Hahewuyah provocatori celebri ed eroici come Nelson Mandela, Beppe Grillo e Marcuse, che trasse anche dal suo Angelo (lo sapesse o no) il suo capolavoro, Ragione e rivoluzione; e anche Cesare Zavattini, con la sua anarchia surreale, provocatoria e gioiosa (si pensi a Miracolo a Milano), e quella specie di Robin Hood dell’entertainment che è Robin Williams. Quale professione si trovino a esercitare gli Hahewuyah in contesti più tranquilli dei precedenti, non ha – neppure questo – alcuna importanza per loro. Sicuramente qualsiasi carica direttiva li fa sentire più a loro agio, e nelle pubbliche relazioni sono perfetti, ma non si lasciano condizionare dalle regole dell’impiego: ovunque troveranno il modo di diventare leader, di crearsi un palcoscenico dal quale impressionare chi li circonda. Inoltre, hanno una grazia tutta particolare nel licenziarsi, appena un posto viene loro a noia, e non mancano mai della grinta per trovare poco dopo qualcosa di meglio. Sanno usare le circostanze, invece di venirne usati – e anche in questo non fanno che ribadire i punti essenziali del loro personale Vangelo. Di difetti ne hanno moltissimi: ma in genere li portano con eleganza – e poi, più che di difetti veri e propri, si tratta di «deformazioni professionali» derivate dalla loro unica vera professione che è, appunto, quella di profetico agitatore della libertà individuale. Proprio in quanto tali, gli Hahewuyah sono spesso agitatissimi e iperattivi (se si mettono calmi hanno la sensazione di star perdendo tempo), eccentrici (per opporsi alle esistenze troppo quadrate che vedono intorno), emotivamente immaturi (bambini, come già detto). Solo se eccedono in tale immaturità ne possono risentire: nell’immaginarsi troppo «capibanda», e perciò responsabili delle persone che cominciano a credere in loro; nell’idealizzare qualcuno attribuendogli troppi pregi, come appunto fanno a volte i bambini con i loro idoli; o nell’innamorarsi della propria perenne curiosità e ansia di novità, fino a perdere la capacità di concentrarsi seriamente su qualcosa. Ma lo slancio con cui sanno superare ogni volta il loro passato li mette rapidamente al riparo dalle delusioni e dai problemi che potrebbero derivare dall’infantilismo: se li lasciano alle spalle («Ho sbagliato, e allora?») e proseguono nella loro opera di conversione universale, sempre segretamente protetti e guidati da superiori volontà, come avviene quando si sa di agire per il bene degli altri.
Qualità di Haheuiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Haheuiah dona amore per la verità e per le scienze esatte; infonde sincerità, fedeltà, senso dell'onore e della responsabilità; carattere amabile, tolleranza, equilibrio degli slanci, rettitudine, discrezione, sollecitudine. Concede liberazione, protezione dai furti, dagli animali nocivi, come pure da tutte le situazioni pericolose e penose quali essere esiliati, prigionieri, fuggiaschi, condannati. Ispira tolleranza ed è un angelo "tollerante": infatti fa sì che gli errori siano perdonati o aiuta a non ripeterli. Secondo la Tradizione possono ricorrere a lui anche i colpevoli per chiedere che le loro colpe non vengano scoperte: saranno aiutati purché il loro pentimento sia davvero sincero. Come ricorda Sibaldi, infatti, la radice di questo Nome esprime il concetto: Io trovo sempre l’equilibrio tra la libertà e i divieti.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Oramamé e rappresenta l'esilio e le persecuzioni. Ispira invidia, cattive disposizioni verso gli altri e causa pericolosità, violenza, abuso di tutto, crimini, prigionia.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Haheuiah si chiama "dissipare l'invidia". L'intuizione profonda da sviluppare, per comprendere questa meditazione, è che i mali del mondo sono prodotti, in una sorta di risonanza, dai pensieri negativi (e dalle azioni malvage) che prendono forma nel mondo materiale. Queste poi risuonano, a loro volta, nel mondo spirituale, che a sua volta manifesta nella materia nuove sofferenze, in una sorta di circolo vizioso che può essere interrotto solo dall'incremento di pensieri benevoli. Una delle origini più potenti del dolore è l'incapacità di empatia che ci porta, invece che a gioire del bene altrui, a provarne invidia. Il potere di questo Nome distrugge, sul piano spirituale, le conseguenze dell'invidia generando dunque protezione dal male.  
Meditazione Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: l'energia di questo Nome mi fa ascendere al mondo spirituale e indebolisce le forze dell'oscurità scatenate dai miei sguardi e dai miei stessi pensieri carichi di invidia. Così facendo allevio il peso dei miei stati d'animo e riduco la sofferenza che grava sul mondo.
Esortazione angelica
Haheuiah esorta ad attingere ai suoi doni per elevarsi e contribuire con le proprie azioni e pensieri a preservare il mondo.  
Giorni e orari di Haheuiah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Haheuiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 31 gennaio, 13 aprile, 27 giugno, 10 settembre, 21 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.7.40 alle 8.00. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Haheuiah è il 18° versetto del Salmo 32: Ecce oculi Domini super metuentes eum: et in eos, qui sperant super misericordiam eius (Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul loro piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice  heth-he-waw  risponde alla configurazione: 
"la Giustizia - il Papa - l'Innamorato"
da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede la Giustizia: (l'equilibrio, la perfezione) cosa devo riequilibrare o armonizzare? da quale cosa inutile devo liberarmi? qual è la mia idea di perfezione? come mi comporto rispetto alla maternità? Chiede il Papa (il mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale? chiede l'innamorato (l'androgino divino, il libero arbitrio, la ricerca della Luce): in quali relazioni sono coinvolto? che scelte devo operare?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 17 e il 22 luglio. L'angelo Haheuiah appartiene al Coro degli Angeli Troni guidato dall'Arcangelo Binah-Zaphquiel. Il segno del Cancro sotto l’insegna dell'Arcangelo Gabriele mentre la decade che qui interessa (quella dal 12 al 22 luglio) è sotto l'influsso del supremo Arcangelo Metatron. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Haheuiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Luigi Carluccio, Agostino Catalano e Giorgio Boris Giuliano, poliziotti; Carmine Civitate, barista; Carlo Giuliani, studente; e i cittadini vittime della strage di Gioia Tauro.

martedì 12 luglio 2011

Melahel, angelo 23, dei nati fra il 12 e il 16 luglio

Melahel, o Milahe'el, è il 23esimo Soffio e il settimo raggio angelico nel Coro saturnino degli Angeli Troni, nel quale amministra le energie di Mercurio. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 20° al 25° del Cancro ed è l'Angelo Custode dei nati dal 12 al 16 luglio. I sei Angeli Custodi del Cancro, collettivamente, suscitano nei loro nati un profondo amore per la famiglia, senso del focolare domestico e di appartenenza alla terra natale. Passione voluttuosa ma anche amore sorretto da senso della fedeltà. Senso della conservazione, della stabilità e del risparmio.
Il nome di Melahel significa “Dio che libera dalle sofferenze”

Il dono dispensato da Melahel è la GUARIGIONE, o CAPACITA' DI GUARIRE.  
Questo angelo dispensa una guarigione soprattutto preziosa in quanto capacità di guarire: se stessi e dunque gli altri. In primo luogo attraverso un'attitudine a conservare e proteggere; ma anche capacità di curare in modo intuitio e attraverso le erbe. I suoi protetti hanno natura coraggiosa, amante dei viaggi e delle spedizioni, anche pericolose; capacità di distinguenrsi per azioni onorevoli. E grande predisposizione a vedere e comprendere: Melahel fa penetrare la Legge nell'intelletto, in modo che l'individuo possa comprendere ogni cosa, restando tranquillo e lucido in ogni attività; tesi a scoprire il rapporto tra gli oggetti materiali e le energie che li producono, spesso i protetti da questo angelo vengono iniziati alla conoscenza dei segreti che sono dietro alle Forze della Natura. In virtù di queste caratteristiche, secondo Haziel Melaehl assicura successo ai legislatori e per estensione a tutti coloro che elaborano contratti, regole, statuti; dona infine liberazione dai calunniatori, dalle armi, dal fuoco e dagli attentati; prosperità e unioni felici.
Melahel secondo Sibaldi
Milahe’el, secondo la simbologia nella radice mem-lamed-he del suo Nome, si presenta dicendo: "io comprendo tutto ciò che cresce nelle anime". Secondo Sibaldi tutti i nati di questo angelo sono forti, concreti e impazienti, e si direbbero nati apposta per avverare desideri, non importa quanto grandi o apparentemente impossibili. Perché milah, in ebraico, significa «parola», ed ’El, la Potenza divina, diede forma all’universo proprio con il Verbo. Così potrebbe essere anche per i Milahe’el: basterebbe che dicessero, che chiarissero a se stessi la meta verso cui dirigere il loro slancio, e la via si aprirebbe, semplice e netta, con mille circostanze a favore e l’appoggio di molti. Ma loro raramente osano; anzi, spesso fanno il contrario: succede che sia qualcun altro a dire a loro la parola magica, a indicare lo scopo, ed essi obbediscono come a un incantesimo, mettendo tutti i loro poteri al suo servizio. Può essere un genitore, un fidanzato, un coniuge o un figlio, che sappia quel che vuole; può trattarsi di qualcosa che va, nel modo più evidente, contro gli interessi e le aspirazioni dei poveri Milahe’el. Ma molto spesso loro non potranno farci nulla: eseguiranno, continuando a piegarsi anche per decenni e a far lievitare a dismisura la vanità di chi è riuscito a imbrigliarli con un comando. Bravi maggiordomi, fidi gregari, famose mogli o «spalle» di grandi star (da Ginger Rogers a Franca Rame); oppure devoti epigoni di qualche genio, come il Milahe’el Andrea del Sarto lo fu di Leonardo; e poi, naturalmente, impiegati, militari e massaie esemplari: destini del genere sono trappole in cui ogni Milahe’el rischia di cadere dimenticandosi di sé, lasciando che nel suo cuore si infiltri una paura, un panico addirittura – ben presto incurabile – della libertà e della responsabilità personale. Le ragioni profonde di queste dipendenze sono delicatissime. Vi è innanzitutto il senso di vertigine che i Milahe’el provano dinanzi alla loro stessa energia creatrice, specie quando si accorgono che nessuno intorno a loro ne ha altrettanta; vi è il timore che nascano, negli altri, invidie e ostilità; vi è anche – molto segreta! – una punta di disprezzo per la vita banale, superficiale, di cui la stragrande maggioranza della gente si accontenta: «Perché brillare in un mondo simile?» pensano oscuramente i Milahe’el, e tale disprezzo può diventare a sua volta un sentimento aggressivo, di cui un animo nobile come il loro non può non vergognarsi. Così preferiscono non guardare in se stessi, non indagare i propri desideri: e dei loro doni da genio della lampada si approfitterà allora il primo che capita e che vuole. Per proteggersi da tale rischio, d’altra parte, i Milahe’el devono imparare non già a custodirsi meglio ma, paradossalmente, a estendere il più possibile il carattere generoso del loro potere realizzatore. Il primo passo consiste nel ribaltare quel loro pessimismo snob e nell’intenderlo come una sfida. Se il piccolo mondo in cui vivono li opprime, si impegnino ad ampliarlo, ad approfondirlo, andando alla ricerca di ciò che si nasconde nell’animo della gente (molta gente, quanta più gente è possibile!). Si accorgeranno ben presto che quanto più conoscono i profondi desideri degli altri, tanto più facile diviene per loro individuare i propri; e che quanto più numerose saranno le persone di cui vogliono esplorare i cuori, tanto più grandi saranno anche i desideri che troveranno in se stessi. Invece di lasciarsi utilizzare da un unico, furbo tiranno in casa o nel lavoro, si trovino intere comunità alle quali servire: una scuola, un quartiere, una cittadinanza, e diverranno appieno quei giganti che sono, al cospetto di tutti. Possono essere ottimi insegnanti, sociologi, operatori sociali d’ogni tipo, e soprattutto politici: non per nulla cade proprio il 14 luglio l’anniversario della presa della Bastiglia (fu anche quella una maniera di realizzare i desideri di molti), e il 15 nacque Francesca Cabrini, la santa che alla fine dell’Ottocento organizzò l’assistenza agli emigrati italiani in America. Hanno una buona Energia Yod, e sarebbero perciò medici eccellenti (dietologi e psicologi soprattutto), capaci di individuare le frustrazioni, le carenze, i bisogni negati che stanno all’origine delle malattie. Anche in arte i Milahe’el più geniali sono soprattutto esploratori delle profondità dell’animo – come Rembrandt e Ingmar Bergman. Li guaterà sempre, sì, il rischio dello scoraggiamento, delle brusche cadute d’umore, ogni volta che la loro tendenza al pessimismo riprenderà il sopravvento: ma per chi dispone di tali forze e poteri, non c’è lato oscuro della vita che non possa rivelarsi un nuovo campo d’azione, una prigione da assalire e distruggere, una notte in cui illuminare le strade.
Qualità di Melahel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Melahel dona volontà di guarigione: verso se stessi, verso gli altri e verso il mondo; dunque spirito ecologico, capacità di cura, protettività; amore per le piante, desiderio di guarire, buone relazioni umane. Dona anche obiettività, concisione, precisione, speranza, grande capacità di adattamento.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Joumiel e rappresenta il rischio di incidenti, specie con le armi. Causa  bisogno di inquinare, di sporcare e distruggere; porta malattie alla vegetazione e agli uomini, nonché la "peste", intesa anche come depressione.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Melahel si chiama "condividere la fiamma". Il male è impotente di fronte al bene, come dimostra la più piccola fiammella che prevale sempre sul buio. La tenebra dunque, esiste soltanto in assenza della luce: in altre parole non esiste veramente; basta introdurre una fonte di luce perché sia debellata. Questo Nome fornisce la capacità di condividere la fiamma che, da sola, può portare a dissipare ogni male.  
Meditazione
Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per la virtù di questo Nome avrò la forza di mettere in pratica i miei propositi; condividerò gli strumenti della Luce con gli altri e con il mondo sapendo che questo mi donerà immortalità e gioia inesauribile.
Esortazione angelica
Melahel esorta ad attingere alle forze che la sua energia dispensa per debellare ogni inerzia e sfiducia; inoltre ad osservare e ad ascoltare i propri sogni, traendone ispirazione per evolvere e portare messaggi al mondo.  
Giorni e orari di Melahel
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Melahel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 30 gennaio, 12 aprile, 26 giugno, 9 settembre, 20 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.7.20 alle 7.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Melahel è  l'8° versetto del Salmo 120: Dominus custodiet, introitum tuum et exitum tuum, ex hoc nunc et usque in saeculum (il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul loro piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. In questo caso, la radice mem-lamed-he risponde alla configurazione: 
"il Papa - l'Appeso - la Morte"
da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede il Papa (il mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale? chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrificare? che cosa devo dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare?  chiede la Morte (trasformazione profonda, rivoluzione, chiusura di un ciclo): qual'è la mia ira? cosa deve morire in me? cosa devo lasciar andare?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 12 e il 16 luglio. L'angelo Melahel appartiene al Coro degli Angeli Troni guidato dall'Arcangelo Binah-Zaphquiel. Il segno del Cancro sotto l’insegna dell'Arcangelo Gabriele mentre la decade che qui interessa (quella dal 12 al 22 luglio) è sotto l'influsso del supremo Arcangelo Metatron. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Melahel. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giorgio Ambrosoli, avvocato; Bartolomeo Mana, vigile urbano; Antonio Ammaturo e Pasquale Paola, poliziotti; Valerio Renzi, carabiniere.  

giovedì 7 luglio 2011

Yeiayel, angelo 22, dei nati fra il 7 e l'11 luglio

Yeiayel, o Yeyay'el, è il 22esimo Soffio e il sesto raggio angelico nel Coro saturnino degli Angeli Troni, nel quale amministra le energie di Venere. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 15° al 20° del Cancro ed è l'Angelo Custode dei nati dal 7 all'11 luglio. I sei Angeli Custodi del Cancro, collettivamente, suscitano nei loro nati un profondo amore per la famiglia, senso del focolare domestico e di appartenenza alla terra natale. Passione voluttuosa ma anche amore sorretto da senso della fedeltà. Senso della conservazione, della stabilità e del risparmio.
Il nome di Yeiayel significa “La Destra di Dio”
Il dono dispensato da Yeiayel è la CELEBRITA'
La "fama" donata da Yeiayel è intesa anche, da un lato, come riconoscimento del proprio valore da parte degli altri, e dall'altro come una luce invisibile che irradia il nostro essere interiore. Questo angelo dà anche il dono del discernimento, ossia della capacità di operare scelte sagge, nonché della fermezza nelle decisioni prese. Dispensa le energie di Venere, accordando bellezza e senso della bellezza e delle proporzioni; incoraggia l'arte, la bontà, l'equilibrio fra gli impulsi del Bene e del Male nei rapporti sociali. Fra i dolcissimi Angeli Troni è il più "umano", cioè il più capace di esaltare il divino nei suoi protetti proprio attraverso le caratteritiche umane: li orienta attraverso i cinque sensi, in modo che possano gioire delle esperienze umane pur agendo sempre in conformità con principi divini. Nel Testo Tradizionale si legge che Yeiayel domina e concede la fortuna e la fama, l'industrosità, creatività e conseguente successo anche negli affari; concede infine l'esperienza di viaggi piacevoli e fruttuosi. Secondo Haziel questo angelo pone in risalto il concetto di complemento: l'idea di utilità di ciò che è complementare, nonché l'empatia con il Creato e con le persone care, ai fini della realizzazione di ideali di unione e unità. I suoi protetti cercheranno, e troveranno, sostegno e "protezione" nella vita di coppia; a volte cercheranno istintivamente un compagno che sia una sorta di "tutore", qualcuno in rado di proteggerli dagli eccessi dei loro stessi sentimenti. Allo stesso modo nella vita sociale o professionale si appoggeranno a istituzioni in grado di tutelare i loro interessi. Cercheranno amonia nelle relazioni con gli altri, anzi si può dire che nei nati di questo angelo la tensione all'armonia con il prossimo sarà una sorta di ansia costante. Allo stesso modo l'istinto li porterà a cercare un accordo con il proprio Sè interiore: se questo li condurrà a scoprire e a "frequentare" la loro parte divina, potranno conseguire nella vita una vera felicità.
Yeiayel secondo Sibaldi
Dice Sibaldi che Yod-yod-yod è una delle formule rabbiniche supreme che indicavano l’indescrivibilità di Dio: la lettera yod, in geroglifico, significa infatti sia «manifestarsi», sia «scorgere», e l’Altissimo è Colui che eccede nell’una e nell’altra cosa: si manifesta infatti al di là di tutto ciò che già si è manifestato, avvolgendo ogni orizzonte che la nostra vista interiore possa sperare di cogliere. Nella radice yod-yod-yod di Yeyay’el si cela dunque il concetto "io vedo il modo in cui gli altri guardano, e guardo oltre". I protetti di questo Trono ricevono una scintilla di questo eccesso fin dalla nascita e hanno il compito di adoperarla e farla fruttare nel mondo umano. Mostrare, e mostrarsi: ecco ciò che ci si attende da loro. Quando lo intuiscono si accorgono che la vita offre loro occasioni in abbondanza, modi ed energie per realizzare capolavori di vario genere, in tutti i campi che riguardino il destare, richiamare, dirigere ed educare l’attenzione. I limiti che devono imparare a superare sono due soltanto: la tentazione dello specchio e la vertigine, due rischi che li apparentano strettamente ai protetti dell’Angelo Damabiyah di febbraio. Negli specchi, nell’eccesso di autoanalisi, nel narcisismo, gli Yeyay’el possono rimanere bloccati a lungo, ipnotizzati dalla loro immagine (che spesso, in effetti, è bellissima) e dall’inesauribile ricchezza di dettagli che i loro occhi riescono a cogliervi. Nel vedere sono infatti autentici genî; scoprire, interpretare, risalire da un’espressione del volto ai più riposti segreti della personalità e dell’anima: tutto ciò dà loro un piacere incomparabile, e nulla può essere più dolce, per loro, del gustare questo piacere per sé soli, lasciandosi portare dal morbido vortice che si forma quando le loro tre yod guardano se stesse. Uno specchio può allora divenire un mondo intero: lo Yeyay’el Marcel Proust ne ha fornito una magnifica dimostrazione negli otto volumi della Recherche, tutti dedicati a ciò che il protagonista vede del proprio vedere. Ma ovviamente non tutti sono Proust e può avvenire che l’autofascinazione porti qualche Yeyay’el a una gran perdita di tempo, solamente.
L’altro loro limite è la vertigine, cioè quello sgomento da cui pressoché tutti gli Yeyay’el si lasciano prendere quando, volgendosi via dallo specchio, permettono al loro potente sguardo di esplorare il mondo intorno, e di vedere il vedere altrui. Il piacere che ne provano è ancor più forte, il gusto della scoperta è addirittura travolgente: in brevissimo tempo sanno individuare i confini dell’immagine che gli altri hanno del reale e del possibile, e li superano, si avventurano verso il nuovo… e ne avvertono il panico. Moltissimi Yeyay’el vacillano, a questo punto: abbandonano, fuggono, naufragano magari, quasi temendo che se osassero proseguire si dissolverebbero. È il loro modo di percepire il terrore del successo – e anche qui si hanno esempi illustri: da Giovanni Calvino, che nella sua teologia ebbe a un tratto assoluto bisogno di immaginare una predestinazione, per limitare la libertà del volere umano, e che nella prassi divenne, a Ginevra, un severissimo persecutore del libero pensiero; fino a Modigliani, che alle soglie del successo naufragò amaramente. Bisogna dunque che gli Yeyay’el si armino contro queste loro Scilla e Cariddi: Narciso e il brivido dell’altura. Rischiano, se no, una sorte casalinga o impiegatizia, assurda per loro, che sono nati per rivelare nuovi modi di vedere il mondo. Rischiano di incappare in padroni ottusi (padroni, sì, da cui lasciarsi plagiare) o di collezionare parassiti, che li tengano in porto, arenati in un conservatorismo timoroso, superstizioso, soffocante. In questo modo, gli Yeyay’el finiscono con il recitare per tutta la vita la parte del sognatore che sospira tra sé, ma nelle sue azioni non osa mai scostarsi dall’immagine che gli altri hanno di lui, come se fosse suo dovere rassicurarli ed evitare che si facciano domande sul suo conto. Sarebbero conquistatori, invece: hanno un fascino e un’intensità di sentimenti che attendono soltanto il loro permesso per dispiegarsi come vele. E perché il permesso arrivi dal loro cuore, hanno bisogno di una fiducia in se stessi d’un genere tutto particolare: non tanto nelle proprie qualità di cui abbiano giù avuto qualche prova, ma in ciò che di se stessi non sanno o non capiscono ancora. Mettersi in gioco lasciandosi guidare dall’ispirazione, dalla passione, dall’intuizione fulminea: come una vela dal vento, davvero. Quanto a ciò srearebbe per loro un buon maestro Forrest Gump, che non per nulla portò a un successo mondiale lo Yeyay’el Tom Hanks. O qualche decennio prima, e in toni meno surreali, Yul Brynner, che iniziò la sua splendida carriera come trapezista in un circo: gli occhi di tutti puntati su di lui, e il rischio… Ecco, si allenino a questo, gli Yeyay’el, e la velocità, l’originalità, l’audacia della loro mente saranno le loro magnifiche alleate. Gli occhi puntati: Armani è nato l’11. Vedere e far vedere: Pissarro e De Chirico nacquero il 10. E inventare, scoprire, far scoprire: come biologi o pubblicitari, creativi o impresari, divulgatori, giornalisti, scienziati, o magari esperti finanziari (J.D. Rockefeller fu bravissimo a vedere e a far vedere ai suoi soci possibilità di investimenti di capitale), gli Yeyay’el avranno carriere magnifiche, purché imparino a non esitare al pensiero che, appena si metteranno in azione, sarà probabilissimo che cambino il mondo.
Qualità di Yeiayel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Yeiayel dona imparzialità, capacità di mantenere un segreto, umiltà, dignità, nobiltà di sentimenti, idee liberali e filantropiche, rispetto da parte degli altri. Dispensa particolare capacità di sopportare il dolore e di riprendersi dalle malattie. Concede anche fortuna nei viaggi, nelle spedizioni e nel commercio. Protezione dagli imprevisti e dai rovesci economici. L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Touriel e rappresenta la pirateria; è infatti collegato simbolicamente a pirati e corsari, ovvero a coloro che si comportano in maniera illegale sul mare (e per estensione in qualunque ambito sociale); ostacola le spedizioni marittime e causa naufragi professionali. Ispira furto, deviazione, pirateria, plagio e delazione.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Yeiayel si chiama "stop alle attrazioni fatali". Secondo la Kabbalah, infatti, questo Nome fornisce uno strumento meditativo utile a liberarsi di relazioni pericolose e distruttive, cioè di persone che si introducono nella nostra vita portando malessere e perdita di energia.
Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: sono io stesso sommo sacerdote del tempio del mio essere; per il potere di questo Nome la mia anima è inondata di energia divina, tutte le persone ostili vengono allontanate da me.
Esortazione angelica
Yeiayel esorta a cercare la Verità e a diffonderla nel proprio ambito attraverso l'arte e ogni forma di creatività e di relazioni umane.
Giorni e orari di Yeiayel
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Yeiayel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 29 gennaio, 11 aprile, 25 giugno, 8 settembre, 19 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.7.00 alle 7.20. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Yeiayel è 5° versetto del Salmo 121: Dominus custodit te, Dominus umbraculum tuum, ad manum dexteram tuam (il Signore ti custodisce, il Signore è la tua ombra accanto alla tua destra).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. 
In questo caso, la radice yod-yod-yod risponde alla configurazione: 
"la Ruota- la Ruota - la Ruota"
da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste ber ben tre volte da questo arcano. Chiede la Ruota (principio, metà o fine di un ciclo): cosa devo cambiare, quale ciclo si è concluso nella mia vita? quali sono le mie opportinità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi impedisce di andare avanti?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 7 e l'11 luglio. L'angelo Yeiayel appartiene al Coro degli Angeli Troni guidato dall'Arcangelo Binah-Zaphquiel. Il segno del Cancro sotto l’insegna dell'Arcangelo Gabriele mentre la decade dal 2 all'11 luglio è sotto l'influsso del severo Arcangelo Kamael. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Yeiayel. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Carlo Falvella, attivista politico, e Vittorio Occorsio, magistrato.