perché il semplice saperlo è un seme; se il terreno è pronto una verità che lo incontra vi si annida e inizia a germogliare

Nel nome del Signore, Dio d’Israel, sia Michael alla mia destra, Gabriel alla mia sinistra, dinanzi a me Uriel, dietro a me Raphael.

E sopra la mia testa la divina presenza di Dio. (preghiera ebraica)

Meditazione sulla Madonna Sistina: un racconto di Vassilij Grossman

Nel 1955 Vassilij Grossman, come tanti altri moscoviti, poté ammirare nel Museo Puskin la Madonna Sistina, il celebre dipinto di Raffaello che era stato razziato durante la guerra. Grossman era stato, in quegli anni, fra i più attenti corrispondenti dal fronte russo tedesco; aveva visto le più terribili atrocità, dai campi di concentramento nazisti ai gulag sovietici della Kolyma. La visione di quel quadro lo turbò profondamente e gli ispirò un breve racconto, di intensissima profondità, che è per tutti una meditazione preziosa: "La Madonna a Treblinka". Suggerendo di recuperare questo prezioso libro, ne riporto qui qualche stralcio:

"Fu così che in un freddo mattino, il 30 marzo 1955 (...) entrai nel Museo Puskin, salii al primo piano e mi avvicinai alla Madonna Sistina. (...)
Il ricordo di Treblinka aveva invaso la mia anima, e in principio non riuscii a capire... Era lei [la Madonna] che camminava scalza con passo leggero sul suolo pulsante di Treblinka, dal punto di scarico dei convogli alla camera a gas. La riconobbi dall'espressione del viso e degli occhi. Vidi suo figlio, e lo riconobbi dall'espressione straordinaria, non infantile. Così erano le madri e i bambini a Treblinka (...) Quante volte osservai attraverso la nebbia i deportati che scendevano dal treno, ma non era mai possibile vederli in modo distinto: spesso i loro volti apparivano deformati da un terrore smisurato (...) Infine vidi il segreto di quei volti: li aveva dipinti Raffaello quattro secoli prima (...).
La giovane madre ha dato alla luce il suo bambino nel nostro tempo. È terribile tenere sul cuore il proprio figlio e udire l'ululato della folla che saluta Adolf Hitler. (...) 
Nella primavera del 1945 la Madonna vide il cielo del Nord. Non venne da noi come un'ospite, come una straniera di passaggio, ma con i soldati e gli autisti calcò le strade dissestate dalla guerra: lei è parte della nostra vita, è una nostra contemporanea. Conosce tutto: la nostra neve, il fango gelato dell'autunno, la gavetta ammaccata dei soldati piena di sbobba scura (...) È contemporanea della collettivizzazione totale. Eccola che va, scalza, col suo piccolo bambino, viene caricata sul treno. Che lunga strada l'attende, da Obojan', vicino a Kursk (...) fino alla tajga, alle paludi boscose oltre gli Urali (...) Sì, è proprio lei.
La vidi nel 1930 alla stazione di Konotop: si avvicinò al vagone del treno rapido, scura dalla sofferenza, sollevò i suoi occhi straordinari e disse senza voce, con le sole labbra: pane... La incontrammo nel 1937: stava in piedi nella sua camera, teneva in braccio il figlio per l'ultima volta, gli diceva addio, lo guardava attentamente in volto, poi scendeva le scale deserte di un palazzone muto... Sulla porta della camera era stato posto un sigillo di ceralacca, giù l'aspettava un'automobile di Stato. (...)
Noi esseri umani certo l'abbiamo riconosciuta, e abbiamo riconosciuto il suo bambino (destinato a morire, ndr); lei è uguale a noi, il loro destino è anche il nostro, madre e figlio rappresentano l'umanità dell'uomo. (...)
Guardando la Madonna Sistina noi conserviamo la fede che la vita e la libertà sono una cosa sola e non c'è niente di più alto dell'umano dell'uomo. Che vivrà in eterno, e vincerà”.
Rimando anche alla Meditazione suggerita dalle parole che, su questo quadro, disse anche Rudofl Steiner, mettendo in relazione l'immagine della Madonna anche in relazione agli antichi misteri di Iside ed Osiride.


2 commenti:

  1. Qualunque parola è superflua: è tanto grande l'Amore che esprime questo scritto di Grossman, è tanto grande la Presenza che avverte che si può solo piangere di commozione.

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