perché il semplice saperlo è un seme; se il terreno è pronto una verità che lo incontra vi si annida e inizia a germogliare

Nel nome del Signore, Dio d’Israel, sia Michael alla mia destra, Gabriel alla mia sinistra, dinanzi a me Uriel, dietro a me Raphael.

E sopra la mia testa la divina presenza di Dio. (preghiera ebraica)

domenica 28 agosto 2011

Vasariah, angelo 32, dei nati fra il 29 agosto e il 2 settembre

Vasariah, o Washariyah, è il 32esimo Soffio e l'ottavo raggio angelico nel Coro degli Angeli Dominazioni, nel quale amministra le energie lunari. Il suo elemento è la Terra; ha domicilio Zodiacale dal 5° al 10° della Vergine ed è l'Angelo Custode dei nati dal 29 agosto al 2 settembre. I sei Angeli Custodi della Vergine sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone acute, comunicative, servizievoli, laboriose e precise.
Il nome di Vasariah significa “Dio giusto”
Il dono dispensato da Vasariah è la GENEROSITA', nell'equilibrio fra GIUSTIZIA e CLEMENZA.
Vasariah trasmette con forza e vigore le energie di Giove (ricchezza, benessere, gioia) nell’interiorità dei suoi protetti e (come tutti gli angeli che amministrano le potenze lunari) nel suo Coro agisce al livello vibratorio più incarnato (e dunque più vicino agli uomini). Per questa sua natura manifesta la sua influenza con maggiore intensità e può aiutarci in modo sostanziale. 
Dato che la vita esteriore, quotidiana, non è che l’immagine concreta della nostra realtà interiore, rivolgersi all’influenza di quest’Angelo orienterà verso situazioni fortunate. Statisticamente questo è l’Angelo Custode più frequente fra i Grandi della Terra: e in effetti il Testo Tradizionale dice che Vasariah concede favori e vantaggi da Re e Capi di Stato, e in generale smuove energie connesse a personaggi potenti. Dice Haziel che conferisce alla volontà umana il potere di suscitare i desideri; la sua energia lunare accresce inoltre la potenza creatrice dell’Acqua, arrecando maggior forza (ovvero, intensità supplementare) alle emozioni. L'influenza di Vasariah si manifesta in modo molto forte nell'ambito delle dispute nelle quali uno dei due contendenti ha torto: chi è nel giusto può porsi sotto la sua protezione per vedere riconosciute le proprie ragioni, mentre chi è nel torto può fare lo stesso per raggiungere un accordo con la parte avversa. Vasariah è infatti invocato con successo in rapporto a tutte le cause legali, dispute di qualsiasi genere, inimicizie e rancori: riporta la pace e l'armonia, attribuendo a ciascuno quanto dovuto. Non sorprende quindi che domini il mondo della giustizia ed eserciti la propria influenza su avvocati e magistrati. Ed è infatti considerato essere l'angelo degli oratori e degli uomini di giustizia.
Vasariah secondo Sibaldi
Nella radice waw-shin-resh del Nome il concetto "Io pongo un limite a chi vuole imporsi". Dice Sibaldi che le lettere shin e resh formano una serie di parole ebraiche connesse al buon esercizio del potere: sarar, «saper governare»; sharuy, «dare il permesso»; sharah, «esser presenti a se stessi»; shiryon, «corazza»; shereth, «servire»; soresh, «andare alla radice». E sono tutte qualità che anche Washariyah conferisce ai suoi protetti, perché scoprano la loro vocazione di ottimi dirigenti e consiglieri preziosi, sempre realistici e profondi, e di nemici giurati d’ogni forma di disordine, di ipocrisia, di arbitrio. Certo, devono prima affrontare quella waw che compare all’inizio del Nome angelico: individuare cioè quel che in loro stessi o nel loro ambiente ostacola l’esercizio delle loro importantissime virtù di capi. Se ci riescono e non se ne lasciano intimidire, saranno loro a porre giusti limiti agli altri, per tutta la vita. Altrimenti (e purtroppo non è raro) si sentiranno come sapienti in esilio, depositari di valori che non riescono a esprimere, perché l’epoca non è pronta; o, peggio ancora, dispereranno talmente della capacità del prossimo di ascoltare la voce della ragione, che butteranno all’aria valori e doveri e diverranno loro stessi le waw, gli avversari di quel che avrebbero dovuto portare nel mondo: esempi di indifferenza morale, di prepotenza, di sistematica menzogna. Ma quest’ultima evenienza è rarissima: nella storia si ricorda un solo Washariyah, l’imperatore Caligola, che sia giunto così in basso, e non per nulla finì pazzo. Esempi belli del pessimismo washariano – della sensazione cioè che il mondo civile non sia pronto a lasciarsi governare da chi lo meriterebbe – furono invece Mary Shelley (nata il 30 agosto) ed Edward Rice Burroughs (1° settembre). La Shelley passò alla storia per aver scritto Frankenstein, storia, com’è noto, di una creatura mostruosa ma mite che il male del mondo rende distruttiva; Burroughs fu l’autore di Tarzan, il buon selvaggio che preferisce la foresta e il suo regno di scimmie alla moderna e mediocre Inghilterra in cui erano nati i suoi nobili genitori. Questi due personaggi mostrano bene, d’altra parte, le due principali componenti del rigore etico dei Washariyah. Il corpo del mostro di Frankenstein era costituito da membra di cadaveri, ciascuna delle quali portava impressa nelle proprie fibre la dura memoria di ingiustizie subite o commesse; e davvero la coscienza morale dei Washariyah si forma attraverso l’osservazione delle sofferenze che i comportamenti altrui possono produrre, e alle quali sono sensibilissimi. Riflettono sul bene e il male che vedono fare, come se si trattasse sempre di una questione che li coinvolga in prima persona. E lo diviene, infatti: si impegnano con coraggio, forza, determinazione, a far valere i principî di giustizia che quelle riflessioni hanno fatto loro scoprire. E così come Tarzan era re nella sua foresta, allo stesso modo i Washariyah – appena i loro principî cominciano a consolidarsi – hanno la precisa sensazione di non avere alcun’altra autorità a cui far riferimento, all’infuori della loro personale saggezza: e molti non riescono a nascondere la consapevolezza di appartenere a un tipo d’individui molto più evoluti della restante umanità, proprio come l’eroe di Burroughs lo era rispetto ai suoi sudditi quadrumani. È inevitabile che qualcuno trovi i Washariyah piuttosto antipatici, per tale motivo; ma non potrà, in ogni caso, non riconoscere quella superiorità ogni volta che ne ascolterà il parere, o ne valuterà l’intelligenza e la coerenza nel perseguire gli obiettivi o nel difendere gli ideali che si sono posti nella vita. Spesso tutte queste caratteristiche dei Washariyah li spingono a diventare, invece che capi, ottimi educatori: avere a che fare con bambini e giovani li fa sentire tanto guide quanto (inutile negarlo) sovrani, e in tale veste sono perfettamente a loro agio e danno il meglio di sé. Era Washariyah Maria Montessori; è Washariyah Michael Jackson, la cui inclinazione per la prima adolescenza ha fatto tante volte discutere. Oppure è il palcoscenico ad attrarli, a farli sentire sufficientemente in alto perché, perlomeno, sia notata da tutti la loro superiorità intellettuale: era un Washariyah Vittorio Gassman, è un Washariyah Richard Gere; ma in tal caso, quale che sia il loro successo, saranno in pace con se stessi solo se lo intenderanno come un sistema d’amplificazione di qualche valore morale che essi intendono difendere: così è per Gere, con la sua battaglia per il Tibet; così non fu per Gassman, che al volgere della carriera precipitò in una tipica depressione washariana da idealista ritrovatosi senza ideali. Ma anche quando non approdano all’insegnamento o allo spettacolo, quale che sia il loro posto di lavoro i Washariyah vi si sentono come su una cattedra o sotto le luci dei riflettori: colgono ogni occasione per dare lezioni o porsi come modelli di stile, per assegnare voti di merito o per far intendere all’interlocutore che non ha altra scelta se non essere parte della pièce di cui loro sono protagonisti, o semplice pubblico che deve applaudire alla fine. Devono far così: troppo urgente e fondamentale è il compito di guida morale a cui devono assolvere per sentirsi vivi. Altrettanto esemplari e perciò istruttivi devono essere il loro aspetto, sempre inappuntabile, e la loro casa, curata fino al perfezionismo, e anche la loro vita privata: non c’è dissidio o contrattempo famigliare che i Washariyah non avvertano come una bruciante sconfitta, come un danno non soltanto a loro stessi, ma anche ai valori che sentono di dover rappresentare. Sanno comunque riemergere sempre da tali contrattempi, e nove volte su dieci con la coscienza perfettamente a posto, per tornare poi subito a fare il possibile (tanto o poco che sia) perché il mondo migliori.
Qualità di Vasariah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità che Vasariah sviluppa sono benevolenza, sensibilità generosa, giustizia equa, comprensione, clemenza, perdono. Dona indole retta e modesta, buona memoria, espressione seducente, successo nel campo della Magistratura, benevolenza da parte dei Giudici. L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Extéron e rappresenta la solitudine e l'isolamento. Causa isolamento, ingiustizie, cattiva memoria, fuga dalle responsabilità; ispira utopie fuorvianti. 
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Vasariah si chiama "ricordi". Ci aiuta a riconoscere situazioni simili che abbiamo già affrontato commettendo errori, e pagandone le conseguenze, ma che si ripresentano sotto forme diverse, difficili da collegare: dona dunque soccorso di fronte alla tendenza a ripetere sempre gli stessi errori, senza imparare dalle circostanze della vita che ci hanno già causato sofferenze. Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: il potere della memoria sorge nella mia coscienza e risveglia le lezioni della vita profondamente radicate nel mio essere. Per l'energia di questo Nome il mio modo di ricordare migliora: vengono cancellati i ricordi negativi e valorizzate le memorie che mi rendono più consapevole.
Esortazione angelica
Vasariah esorta alla generosità nel giudizio pur senza perdere la lucidità necessaria all'applicazione della giustizia.
  
Giorni e orari di Vasariah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Vasariah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 8 febbraio, 21 aprile, 5 luglio, 18 settembre, 29 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.10.20 alle 10.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Vasariah è il 4° versetto del Salmo 32: Quia rectum est verbum Domini, et omnia opera eius in fide (Poiché retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera). 
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul loro piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice waw-shin-resh risponde alla configurazione: "l'Innamorato - il Mondo - il Giudizio", da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede l'Innamorato (l'androgino divino, il libero arbitrio, la ricerca della Luce): in quali relazioni sono coinvolto? che scelte devo operare? chiede Il Mondo (la realizzazione totale) qual è il risultato di quello che ho fatto? dove mi condurrà tutto questo? qual è la mia realizzazione? cosa mi sta imprigionando in questo momento? quali sono la mia realizzazione mentale, il mio genio? quali sono la mia realizzazione emozionale, la mia santità? quali sono la mia realizzazione creativa, il mio eroismo? qual è la mia realizzazione materiale? in cosa primeggio?  chiede Il Giudizio (nuova coscienza, desiderio irrefrenabile): cosa si sta risvegliando in me? quali sono i miei desideri irresistibili? che cosa stiamo creando insieme? qual è la mia posizione di fronte all'idea di formare una famiglia? 
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 29 agosto e il 2 settembre. L'angelo Vasariah appartiene al Coro degli Angeli Dominazioni guidato dal benevolo Arcangelo Hesediel; la decade che qui interessa (quella dal 23 agosto al 3 settembre) cade sotto l'Arcangelo Binael; mentre il segno della Vergine Ë sotto l'influsso dell'Arcangelo Michele. Con questi link vi reinvio a tali entit‡ angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Vasariah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona Ë esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita. 
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Libero Grassi, imprenditore; Antonio Esposito Ferraioli, sindacalista; Francesco Cusano, poliziotto; Antonio Mancino, carabiniere.

5 commenti:

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  2. Qual è l'angelo di reggenza delle ore 19:30?
    Grazie

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  3. Sono nata il 1 settembre alle 6.30 di mattina e non trovo l’angelo di reggenza.

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  4. Sono nato il 31 agosto 1958 alle 20,quale è l'Angelo di reggenza?Grazie

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