Lecabel, o Lakabe’el, è il 31esimo Soffio e il settimo raggio angelico nel Coro degli Angeli Dominazioni, nel quale amministra le energie di mercurio. Il suo elemento è la Terra; ha domicilio Zodiacale dal 0° al 5° della Vergine ed è l'Angelo Custode dei nati dal 23 al 28 agosto. I sei Angeli Custodi della Vergine sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone acute, comunicative, servizievoli, laboriose e precise.
Il nome di Lecabel significa “Dio che ispira”
Il dono dispensato da Lecabel è il TALENTO e l'OPPORTUNITA'.
Secondo il Testo Tradizionale Lecabel accorda ai suoi protetti il talento per riuscire e fare fortuna; inoltre genera scienziati (Mercurio) che avranno idee geniali e utili (Giove). Questo è il suo modo di creare connessioni per comunicare al Mondo Inferiore le regole del Mondo Superiore. Mentre Omael (l'angelo 30) è un generatore di Vita, Lecabel è l'energia che permette la comprensione delle sue Leggi, per indurre gli uomini ad agire in armonia con esse, perché solo in questo modo si può riuscire veramente. Cosa che i Lecabel possono capire perfettamente. Secondo Haziel questo Angelo attribuisce grande importanza alla formulazione del Pensiero che l'individuo orienta poi verso un obiettivo preciso, concreto, e accorda amabilità, facilità di parola e di scrittura, connessione logica tra il pensiero e lo spazio sociale in cui tale pensiero deve essere esteriorizzato: grazie a queste doti la persona può avere facile accesso ai mezzi di comunicazione e dunque affermazione in campo giornalistico ed editoriale, in tutti i campi della comunicazione e della relazione. Lecabel protegge inoltre il regno vegetale e il suo patrocinio si estende anche all'agricoltura. Infine è considerato l'angelo degli orologiai.
Lecabel secondo Sibaldi
"Dall’alto io controllo tutte le cose": questo il concetto nelle lettere
lamed-kaph-beth della radice del Nome. Dice Sibaldi che fu questo l’Angelo di Ivan il terribile, zar di tutte le Russie; di Hegel, filosofo universale; di Goethe, che si sentiva il sovrano della cultura tedesca; e di Montgolfier, che inventò il pallone aerostatico per guardare dall’alto la terra. Perché proprio dominare, comprendere tutto, dirigere e verificare: da queste aspirazioni prendono le mosse i Lakabe’el. Per alcuni ne uscirà una missione, per altri ne scaturirà solo una necessità nevrotica. Ma in loro si esprime uno dei sogni più ambiziosi della mente umana: porsi a fianco di Dio stesso, dietro le quinte dell’Universo, per avere accesso alla stanza dei bottoni, da dove si manovrano sia la materia sia lo spirito. Nacquero in questi giorni anche Lavoisier (uno dei fondatori della chimica moderna, scopritore della composizione dell’aria e dell’acqua, delle leggi della conservazione della massa e degli elementi), e Borges, che perfezionava nei suoi racconti il personaggio dell’onniscente curatore di fantastiche biblioteche universali e che per decenni esplorò le letterature e la mistica di ogni tempo alla ricerca dell’«Aleph», del principio di ogni segreto. Al pari di questi, tutti i Lakabe’el sono infaticabili raccoglitori di informazioni, cercatori di verità sempre insoddisfatti di ciò che i loro contemporanei si accontentano di sapere. E nel loro cercare amano soprattutto due cose: il processo stesso della ricerca (tanto che ogni scoperta è, per loro, quasi una delusione, il rammarico che la caccia sia finita) e il potere che l’accumulo di conoscenza dà loro. Esigono che la gente li ammiri; godono nel sentirsi carichi di responsabilità, nel progettare accuratamente soluzioni di problemi altrui, mentre chi passa davanti alla loro porta cammina in punta di piedi per non disturbarli. Meglio ancora se le questioni che affrontano sono complicate e ramificate, e coinvolgono molti, moltissimi: tanto più alta sarà la stima che si nutrirà per loro, e tanto più numerosi quelli che obbediranno alle loro decisioni. Perciò i Lakabe’el si trovano perfettamente a loro agio anche nella politica (Arafat, per esempio) o nel gestire vaste organizzazioni, possibilmente benefiche (madre Teresa di Calcutta).
Certo, con tali predisposizioni il loro Ego corre seriamente il rischio di gonfiarsi a dismisura: ma non appena trovano la propria strada, sanno compensare questo difetto con il loro fascino personale: sempre intenso, quando lavorano a pieno regime diventa addirittura magnetico (innamorarsi dei Lakabe’el è facilissimo). Ne è esempio è Sean Connery che, da buon Lakabe’el – cominciò la sua carriera vincendo la corona di Mister Universo e la proseguì interpretando trionfalmente il ruolo di James Bond, sempre impegnato in difficilissime avventure per salvare l’umanità intera: neppure per un istante, quando Connery/Bond è in azione, il suo egocentrismo risulta fastidioso – se non eventualmente per i suoi superiori, che glielo invidiano.
Ma attenzione: se invece un Lakabe’el non trova un degno campo d’applicazione, può diventare una persona veramente insopportabile. Si sente inutile, sventurato, incompreso e non riesce a tollerarlo: non ammette che gli altri e il mondo possano fare a meno di lui. Se ha un po’ di saggezza se la cava convincendosi che si tratti di un periodo di riflessione, utile per affinare le sue doti e preparare una brillante riscossa. Ma se prevalgono in lui l’impazienza e l’orgoglio non resiste alla tentazione di utilizzare comunque le sue capacità organizzative tramando per causare problemi, invece che per risolverne; e quanto più si sentirà frustrato dalla sorte, tanto più occulte saranno le sue trame e le sue intenzioni – un po’ come se l’agente 007 decidesse a un tratto di passare dalla parte della Spectre. Di nuovo, qui, va citato Goethe, che nel suo personaggio più celebre, il dottor Faust, delineò perfettamente questa variante cupa del Lakabe’el: profondo studioso ed esperto di tutto – filosofo, giurista, medico, teologo, alchimista – e da tutto e da tutti deluso, il vecchio Faust chiede aiuto al Diavolo in persona, per poter vivere esperienze davvero entusiasmanti. E Mefistofele acconsente: vola insieme a Faust da un luogo all’altro, manipolando da dietro le quinte uomini, avvenimenti e interi regni, perché il dottore possa soddisfare la sua brama di conquiste; e nonostante i disastri che causa, nessun rimorso basta mai a trattenere Faust da sempre nuove macchinazioni. Alla fine, per di più, tutto gli viene perdonato e la sua anima è accolta in cielo. Nei Lakabe’el malriusciti le aspirazioni faustiane si cristallizzano in forme più o meno controllate di paranoia, in manie di persecuzione che si capovolgono in manie persecutorie, con le quali, non avendo potuto farsi ammirare, si fa cordialmente odiare dal prossimo. Invece che alle magie di Mefistofele potrà ricorrere all’aiuto di qualche organizzazione segreta; invece di conquistare regni, si accontenterà magari di rovinare qualche famiglia, ma sempre sentendosi nel suo pieno diritto di farlo, come se fossero esperimenti scientifici. In questi casi, non resta che attendere un nuovo guizzo della sua intelligenza, che lo riporti nel versante luminoso delle sue magnifiche doti.
lamed-kaph-beth della radice del Nome. Dice Sibaldi che fu questo l’Angelo di Ivan il terribile, zar di tutte le Russie; di Hegel, filosofo universale; di Goethe, che si sentiva il sovrano della cultura tedesca; e di Montgolfier, che inventò il pallone aerostatico per guardare dall’alto la terra. Perché proprio dominare, comprendere tutto, dirigere e verificare: da queste aspirazioni prendono le mosse i Lakabe’el. Per alcuni ne uscirà una missione, per altri ne scaturirà solo una necessità nevrotica. Ma in loro si esprime uno dei sogni più ambiziosi della mente umana: porsi a fianco di Dio stesso, dietro le quinte dell’Universo, per avere accesso alla stanza dei bottoni, da dove si manovrano sia la materia sia lo spirito. Nacquero in questi giorni anche Lavoisier (uno dei fondatori della chimica moderna, scopritore della composizione dell’aria e dell’acqua, delle leggi della conservazione della massa e degli elementi), e Borges, che perfezionava nei suoi racconti il personaggio dell’onniscente curatore di fantastiche biblioteche universali e che per decenni esplorò le letterature e la mistica di ogni tempo alla ricerca dell’«Aleph», del principio di ogni segreto. Al pari di questi, tutti i Lakabe’el sono infaticabili raccoglitori di informazioni, cercatori di verità sempre insoddisfatti di ciò che i loro contemporanei si accontentano di sapere. E nel loro cercare amano soprattutto due cose: il processo stesso della ricerca (tanto che ogni scoperta è, per loro, quasi una delusione, il rammarico che la caccia sia finita) e il potere che l’accumulo di conoscenza dà loro. Esigono che la gente li ammiri; godono nel sentirsi carichi di responsabilità, nel progettare accuratamente soluzioni di problemi altrui, mentre chi passa davanti alla loro porta cammina in punta di piedi per non disturbarli. Meglio ancora se le questioni che affrontano sono complicate e ramificate, e coinvolgono molti, moltissimi: tanto più alta sarà la stima che si nutrirà per loro, e tanto più numerosi quelli che obbediranno alle loro decisioni. Perciò i Lakabe’el si trovano perfettamente a loro agio anche nella politica (Arafat, per esempio) o nel gestire vaste organizzazioni, possibilmente benefiche (madre Teresa di Calcutta).
Certo, con tali predisposizioni il loro Ego corre seriamente il rischio di gonfiarsi a dismisura: ma non appena trovano la propria strada, sanno compensare questo difetto con il loro fascino personale: sempre intenso, quando lavorano a pieno regime diventa addirittura magnetico (innamorarsi dei Lakabe’el è facilissimo). Ne è esempio è Sean Connery che, da buon Lakabe’el – cominciò la sua carriera vincendo la corona di Mister Universo e la proseguì interpretando trionfalmente il ruolo di James Bond, sempre impegnato in difficilissime avventure per salvare l’umanità intera: neppure per un istante, quando Connery/Bond è in azione, il suo egocentrismo risulta fastidioso – se non eventualmente per i suoi superiori, che glielo invidiano.
Ma attenzione: se invece un Lakabe’el non trova un degno campo d’applicazione, può diventare una persona veramente insopportabile. Si sente inutile, sventurato, incompreso e non riesce a tollerarlo: non ammette che gli altri e il mondo possano fare a meno di lui. Se ha un po’ di saggezza se la cava convincendosi che si tratti di un periodo di riflessione, utile per affinare le sue doti e preparare una brillante riscossa. Ma se prevalgono in lui l’impazienza e l’orgoglio non resiste alla tentazione di utilizzare comunque le sue capacità organizzative tramando per causare problemi, invece che per risolverne; e quanto più si sentirà frustrato dalla sorte, tanto più occulte saranno le sue trame e le sue intenzioni – un po’ come se l’agente 007 decidesse a un tratto di passare dalla parte della Spectre. Di nuovo, qui, va citato Goethe, che nel suo personaggio più celebre, il dottor Faust, delineò perfettamente questa variante cupa del Lakabe’el: profondo studioso ed esperto di tutto – filosofo, giurista, medico, teologo, alchimista – e da tutto e da tutti deluso, il vecchio Faust chiede aiuto al Diavolo in persona, per poter vivere esperienze davvero entusiasmanti. E Mefistofele acconsente: vola insieme a Faust da un luogo all’altro, manipolando da dietro le quinte uomini, avvenimenti e interi regni, perché il dottore possa soddisfare la sua brama di conquiste; e nonostante i disastri che causa, nessun rimorso basta mai a trattenere Faust da sempre nuove macchinazioni. Alla fine, per di più, tutto gli viene perdonato e la sua anima è accolta in cielo. Nei Lakabe’el malriusciti le aspirazioni faustiane si cristallizzano in forme più o meno controllate di paranoia, in manie di persecuzione che si capovolgono in manie persecutorie, con le quali, non avendo potuto farsi ammirare, si fa cordialmente odiare dal prossimo. Invece che alle magie di Mefistofele potrà ricorrere all’aiuto di qualche organizzazione segreta; invece di conquistare regni, si accontenterà magari di rovinare qualche famiglia, ma sempre sentendosi nel suo pieno diritto di farlo, come se fossero esperimenti scientifici. In questi casi, non resta che attendere un nuovo guizzo della sua intelligenza, che lo riporti nel versante luminoso delle sue magnifiche doti.
Qualità di Lecabel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità che Lecabel sviluppa sono lucidità, generosità, razionalità, esattezza, rapidità di decisione, pazienza, speranza. Quest'angelo dona successo, oltre che negli ambiti della comunicazione in campo agricolo, astronomico, geografico e matematico. L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Buk e rappresenta la mancanza di opportunità; ispira avarizia, usura, guadagni illeciti, moralismo intrensigente, minaccia.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Lecabel si chiama "finire ciò che si inizia". Dona soccorso quando gli ostacoli esterni, o creati da noi stessi, fanno scemare l'entusiasmo iniziale e interviene una frustrazione che induce ad abbandonare i propri progetti - dimenticando che ogni ostacolo è anch'esso "strada" e fa a pieno titolo parte del progetto che dobbiamo poratre a termine. Meditazione Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: Mi è stato dato il potere di portare a compimento tutto ciò che inizio, specialmente i compiti e gli scopi di natura spirituale. Per l'energia di questo Nome trovo in me le forze di riconoscere i miei compiti e portarli a termine.
Esortazione angelica
Lecabel esorta a usare i doni ricevuti, della facilità di comunicazione e dell'eloquenza, per portare nel mondo il senso di unità e i contenuti utili all'evoluzione spirituale verso una sola umanità.
Giorni e orari di Lecabel
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Lecabel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 7 febbraio, 20 aprile, 4 luglio, 17 settembre, 28 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.10.00 alle 10.20. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Lecabel è il 16° versetto del Salmo 70: Veniam ad potentias Domini; Domine, memorabor iustitiae tuae solius (Dirò le meraviglie del Signore; Signore, ricordero’ solo la tua giustizia).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul loro piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice lamed-kaph-beth risponde alla configurazione: "l'Appeso - la Forza - la Papessa", da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrificare? che cosa devo dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare? la Forza (inizio creativo, nuova energia) qual è, e dov'è, la mia forza? cosa devo domare? chiede la Papessa (gestazione, accumulo) : che cosa nascondo? cosa sto accumulando? cosa c'è di intatto dentro di me? cosa devo studiare? in che rapporti sono con mia madre?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 23 e il 28 agosto. L'angelo Lecabel appartiene al Coro degli Angeli Dominazioni guidato dal benevolo Arcangelo Hesediel; la decade che qui interessa (quella dal 23 agosto al 3 settembre) cade sotto l'Arcangelo Binael; mentre il segno della Vergine è sotto l'influsso dell'Arcangelo Michele. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Lecabel. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giovanni Minzoni, sacerdote; Antonio Bandiera e Calogero Di Bona, il primo della polizia di di Stato e l'altro della polizia penitenziaria.
Bellissimo, non ho parole di quante cose esistono senza che noi vediamo ma percepiamo :D
RispondiEliminaPenso che dovrò cominciare a parlare a Lecabel e dovrò soprattutto cominciare ad ascoltarlo.
RispondiEliminaScusa, Lecabel, se ci ho messo così tanto, ma non sapevo. Ora so.
Era come se aspettassi da tempo di conoscerti. Scusami se solo da poco so chi sei e sarai nella mia vita
RispondiEliminaLecabel mi ha già ascoltato in passato. Spero lo continui a fare anche ora che ho bisogno di lui. Io ci credo.
RispondiEliminaNon sperare che lo continui a fare. ..il tuo dubbio in merito viene percepito come un momento di riflessione generando il lui stasi momentanea dove per il dono inviolabile del libero arbitrio di ognuno attende pazientemente il tuo reale volere in merito alla sua partecipazione al soccorso delle tue debolezze.ps se cerchi il suo sostegno non puoi più cercare tu le soluzioni ai problemi a lui affidati. L'unica cosa che devi fare è saper attendere e 'ascoltare' ciò che lui ti comunica.. la tua disponibilità a fare anche l'esatto contrario di ciò che credevi fosse giusto fare. La soluzione ti verrà servita su un piatto d'argento e senza dubbio rimarrai stupito perché riceverai addirittura quello che neanche ti saresti immaginato. Ti verrà donato molto di più. Ricorda di riconoscere le sue azioni ringraziare lui per i tuoi risultati. Non vantare te per le tue vittorie cogliendo l'occasione di far conoscere a tutti i risultati che possono portare i nostri grandi angeli.
EliminaLecabel ti voglio bene... Amen
RispondiEliminaLecabel ti voglio bene... Amen
RispondiEliminaLecabel dovresti essere più presente. Grazie
RispondiEliminaM..........e L.
RispondiEliminaLecabel mostrati a lui e parlargli grazie
RispondiEliminaÈ un'angelo che recupera le menti più perse ed è da considerare come un gioiello della grazia e dell'amore vero. Lui, arriva quando il dono è pronto ad essere regalato. È l'angelo della corona del successo e della magnificenza umile, Egli è sovrano di ogni sapienza e mistero. Lecabel è salvezza per chi lo trova, per chi lo chiama ed ama. Invocate la sua grandezza di sovrano semplice, tutte le volte che avete un progetto magnifico , che per infiniti motivi, non riesce a venire alla luce!!! Pregate col vostro CUORE , E LECABEL , vi esaudirà!!!
RispondiEliminaSpero che l'Angelo Lecabel. Mi aiuti a vivere più serenamente 😇😇😇
RispondiEliminaLecabel, fammi diventare miliardario
RispondiEliminanon credo... :D
EliminaL'angelo di mio padre. Ne aveva i pregi e i difetti. Buon compleanno, papa'; dovunque tu sia. Ti penso e ti ringrazio per avermi protetta al meglio della tua conoscenza. P.
RispondiEliminaÈ ora che sia tu ad agire x me.... Vai, accogli la mia preghiera e rendila la mia realtà ❤️sono pronta ❤️
RispondiEliminaGrazie per questi grandi insegnamemti
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