Yelahiah, o Yelahiyah, è il 44esimo Soffio e il quarto raggio angelico nel Coro solare degli Angeli Virtù, nel quale amministra le energie di Marte. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 5°al 10° dello Scorpione ed è l'Angelo Custode dei nati dal 29 ottobre al 2 novembre.
I sei Angeli Custodi dello Scorpione sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone complesse, tenaci e determinate, dotate di forte sessualità e fascino, e di uno spirito libero che non si lascia dominare.
I sei Angeli Custodi dello Scorpione sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone complesse, tenaci e determinate, dotate di forte sessualità e fascino, e di uno spirito libero che non si lascia dominare.
Il nome di Yelahiah significa “Dio eterno"
Il dono dispensato da Yelahiah è l'ARTE MILITARE o il TALENTO DELLA GUERRA e la CAPACITÀ DI COMBATTERE.
La capacità di combattere si intende anche come volontà e capacità di individuare i propri obiettivi e di superare le difficoltà. Secondo le parole di Haziel, Yelahiah manifesta negli Uomini l’immagine dell’Agnello Divino: quell’Agnello che si sacrifica per preservarci dalle catastrofi: quello il cui sangue, in Egitto, fu usato per segnare le porte delle case per evitare che l’Angelo della Morte vi uccidesse i primogeniti (Esodo, cap. 12). Sotto il segno di questo agnello è anche l'evento per cui il Cristo ha sparso al suolo il proprio sangue, stabilendo così un più stretto legame fra l'umano e il divino. Questo legame viene ricelebrato da tutti coloro che si trovano sotto l'influsso degli Arcangeli Raffaele e Camael, e degli angeli solari del Coro delle Virtù: con particolare riferimento proprio a Yelahiah. Il Disegno Cosmico (ovvero il progetto del Creatore), s’interiorizza sulla Terra tramite questo Angelo e gli Arcangeli citati: la morte del Cristo rappresenta in un certo senso questa dinamica di interiorizzazione. Grazie all’influenza di Yelahiah, ciò che si situa in alto si manifesterà anche in basso. Noi, come portatori di un "frammento di Cielo", abbiamo la missione di trasmetterlo alla Terra: il che avviene tramite la nostra capacità di acquisire consapevolmente, nella nostra natura, le virtù offerte dal nostro angelo per diffonderle nella Società. Il comportamento dei nati in questi giorni, dunque, potrà evocare appunto quello dell'Agnello Celeste, intendendo con ciò un comportamento generoso, che si esprime anche nell'ingerenza, a fin di bene, in questioni che sarebbero di competenza altrui. La capacità di fare dono di se stessi potrà portare i protetti da Yelahiah a realizzare interventi provvidenziali e di grande successo. Introducendo nel Coro delle Virtù l’energia marziana, infatti, questo Angelo porta i suoi protetti alla vittoria, tanto da essere definito anche la "Giovanna d’Arco degli Angeli". Secondo il Testo Tradizionale la persona può riuscire molto bene nella carriera militare, proprio ricevendo da questo Angelo suggerimenti riguardo al modo migliore di lottare. Il che non vuol dire che Yelahiah sostenga ogni tipo di battaglia: nella vita civile i suoi nati saranno combattivi ma, riguardo alle proprie lotte, dovranno sempre domandarsi se sono "legittime" dal punto di vista cosmico o se non rischieranno di generare un Karma da scontare in una esistenza futura. In ogni caso, e a maggior ragione, la persona avrà giovamento nel chiedere sempre consiglio al proprio angelo. Yelahiah assicura protezione da ogni pericolo legato alle armi e favorisce coloro che devono affrontare i propri nemici per una giusta causa. Il suo aiito può inoltre essere invocato per ogni problema di natura legale, per rendere benevoli i giudici e per uscire vittoriosi dalle cause.
Sappiamo che secondo la Kabbalah tre versetti dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere), celano il codice dei 72 Nomi di Dio; e precisamente i versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14. Riguardo alle origini delle lettere nel trigramma-radice di questo Nome, la lettera Yod (mano) proviene da: "Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro" (Esodo, 14, 19). La Lamed (pungolo del bue) viene dall'ultima lettera della parola Israele, nel versetto (Esodo, 14, 20): "venendosi a trovare fra l'accampamento degli Egiziani e quello di Israele"; mentre la Hé (finestra) proviene da (Esodo 14, 21): "e l'Eterno, durante tutta la notte, ritirò il mare con forte vento da Oriente". Il rebus formato da queste 3 lettere dà l'immagine di una forza protettrice (interpretazione Muller/Baudat).
Yelahiah secondo Sibaldi
Sibaldi vede, nella radice yod-lamed-he del Nome Yelahiyah il concetto: "io cerco la verità sempre più in alto". E spiega: così come il pianeta Saturno è circondato da un complesso sistema di anelli, anche gli Yelahiyah sembrano avere intorno a sé uno speciale campo di forza, affascinante per chi lo osservi a distanza ma pericoloso, talvolta, per chi vi si avvicini in modo incauto. Chi per esempio vada a urtare, per le sue azioni o anche soltanto per i suoi modi, il permalosissimo senso di giustizia di uno Yelahiyah pienamente sviluppato, difficilmente potrà cavarsela senza venirne aggredito in maniera più o meno plateale: quel campo di forza saturniano gli si chiuderà intorno e non lo lascerà andare fino a che non gli avrà fatto rimpiangere di essere capitato in quei paraggi. Chi invece sa restarsene al suo posto e si limita a guardare, ammirerà l’energia che lo Yelahiyah sa emanare: la profondità quasi ipnotica del suo sguardo, l’agilità del portamento, la sonorità sempre suggestiva della sua voce. Se gli capitasse, poi, di vederlo su un palcoscenico o sullo schermo (come gli Yelahiyah Burt Lancaster, Charles Bronson, Bud Spencer o Gigi Proietti) o su un campo di calcio (come lo Yelahiyah Maradona), proverebbe non soltanto un’immediata simpatia, ma anche una strana sensazione di intimità, come se fra il pubblico lì presente lo Yelahiyah si stesse rivolgendo precisamente a lui, e tenesse al suo giudizio più che a quello di chiunque altro. E anche questa specie di illusione è, appunto, un effetto di quel "campo di forza". Se tale è la tensione che questo campo può produrre all’esterno, ci si può figurare quale grado raggiunga al suo interno. Negli Yelahiyah si agitano costantemente una serie di passioni, ciascuna delle quali basterebbe a creare seri problemi a qualunque altro individuo. L’ambizione, in primo luogo: poiché la tempestosa energia yelahiana non può certo accontentarsi di una vita ordinaria. In alcuni di loro l’ambizione può divenire una superbia cupa e paralizzante; in altri, un orgoglio che un nonnulla può straziare; in altri ancora, un gelido disprezzo a largo raggio, che coglie anch’esso ogni minima occasione per manifestarsi in giudizi taglienti, provocatori sì, ma sostenuti sempre da una logica ferrea, e corazzati dietro principî che allo Yelahiyah appariranno solidissimi, tanto da troncare qualsiasi possibilità di obiezione, o addirittura di conversazione. Oltre all’ambizione, più in profondità nell’animo di questi saturniani si agitano robusti impulsi autodistruttivi, un’oscura brama di pericoli, di lotte, e svariate fantasticherie di possesso e di dominio. Il tutto senza che gli stessi Yelahiyah ne abbiano precisa coscienza, essendo la loro mente estroversa a tal punto, da ingarbugliarsi irrimediabilmente non appena prova a esplorare una qualche parte di se stessa. Forse fu proprio a causa di questo lato più oscuro, se la Yelahiyah Maria Antonietta non pensò per tempo a mettersi al riparo, quando la Francia aveva preso a tumultuare; è tanto più probabile, in quanto a complicare loro la vita vi è anche la strana tendenza a ritenersi invulnerabili, cosa che, come è noto, se non si controlla non porta mai bene. Va da sé che, con un animo tanto difficile, prepotente e burrascoso, la soluzione non può essere che una: diventare una star, e il più in fretta possibile. Non importa se a teatro, in un circo o in un negozio: l’essenziale è che per diverse ore al giorno lo Yelahiyah abbia a che fare con un gran numero di persone, trovandosi il più possibile al centro della loro attenzione. Se riescono a comunicare la loro esplosiva carica interiore in molte direzioni, finché c'è gente che li ascolta e li apprezza, da aggressivi possono diventare allegri, brillanti, travolgenti anche. In tal senso può essere interpretata anche la grande fortuna di navigatore di Cristoforo Colombo, che pare sia nato il 30 ottobre: il cassero di una nave non somiglia forse a un palcoscenico? L’equipaggio deve ascoltare come un pubblico, e un pubblico, per di più, che si può comandare, maltrattare, punire senza che possa opporsi… Che gioia dovettero essere, per Colombo, i viaggi sulle sue caravelle! Se invece lo Yelahiyah deciderà di stare per conto suo, per qualche momento di tetraggine o per esigenze professionali di concentrazione, o magari anche soltanto per riposarsi un po’, la percentuale di rischio crescerà di giorno in giorno. O comincerà ad attaccare briga, com’era solito fare lo Yelahiyah Benvenuto Cellini durante i suoi inevitabili periodi di superlavoro artistico; o collezionerà problemi e malattie complicate, come lo Yelahiyah John Keats, uomo e poeta peraltro gentilissimo; o si ritroverà imbarcato in imprese pessime, in cattiva compagnia, per qualche sua improvvisa scelta di rottura – come avvenne allo Yelahiyah Ezra Pound, grande intellettuale e poeta che familiarizzò con Mussolini e aderì insensatamente al fascismo, proprio nel periodo peggiore. Tutti e tre, essendo artisti, dovevano imporsi per lunghi periodi quella solitudine in cui è difficilissimo che gli Yelahiyah non commettano errori ed eccessi. Un altro guaio, poi, è che alla maggior parte degli Yelahiyah anche il rapporto di coppia può apparire come una forma di isolamento, come una solitudine a due, e finire rapidamente con lo spazientirli. Almeno potessero contare su quella proverbiale valvola di sfogo degli Scorpioni, che è il desiderio e la bravura sessuale! Macché: il loro temperamento impossibile finisce con l’intralciarli anche in quel settore della vita privata, che così può divenire infelice. Non c’è niente da fare, per realizzarsi bisogna proprio che vivano in pubblico e la gente diventi, per loro, quella cassa di risonanza che altri trovano, assai più facilmente, nei dialoghi del proprio io con se stesso.
Qualità di Yelahiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Qualità di Yelahiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Yelahiah sono rettitudine, coraggio, umiltà, dinamismo, franchezza, lealtà, lucidità mental; capacità di superare i momenti difficili; capacità di giudicare i valori e di essere guida per gli altri, e anche di imporre la propria volontà; vocazione per le carriere di giudici e avvocati. Concede protezione dalle ingiustizie, successo nelle battaglie, nelle imprese e nei lavori utili, protezione delle persone e dei beni, ardimento, fama e gloria. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Tromès e rappresenta il furto e la perdita di oggetti. Causa aggressività, impulsività, tirannia, orgoglio, egocentrismo, fanatismo guerriero. Causa guerre e scatena tutti i flagelli legati alle attività belliche.
Meditazione associata al Nome: mitigare il giudizio
La meditazione associata a Yelahiah si chiama "mitigare il giudizio". Secondo la kabbalah, anche se non ne siamo consapevoli, ogni comportamento negativo, anche quelli che sembrano trascurabili, mette in gioco forze negative che si ritorcono contro di noi: ogni volta che siamo taglienti o scortesi, o troppo severi, o che facciamo un danno qualunque ad altri esseri, questi gesti sono come una fonte invisibile di difficoltà che invadono la nostra vita sotto forma di fatti apparentemente "casuali". Mitigare la nostra ostilità verso il mondo è l'azione più efficace per iniziare a rendere migliore la nostra stessa vita. Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: divento consapevole dei danni causati dalla mia aggressività e dai miei giudizi severi, e mi pento delle mie impulsività: per l'energia di questo Nome mitigo il giudizio verso gli altri e si mitigano i giudizi espressi contro di me. Divento più indulgente e compassionevole e ricevo clemenza in eguale misura.
Esortazione angelica
Yelahiah esorta a volgere le proprie intemperanze in forza combattiva equilibrata e volta a realizzare cause comuni per il bene di tutti: a combattere, si, ma per la giustizia e la Pace.
Giorni e orari di Yelahiah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Yelahiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 20 febbraio, 4 maggio, 18 luglio, 30 settembre, 11 dicembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.14.20 alle 14.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Yelahiah è il il 108° versetto del Salmo 118: Voluntaria oris mei beneplacita sint, Domine, et iudicia tua doce me (Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice yod-lamed-he risponde alla configurazione: "la Ruota della Fortuna - l'Appeso - il Papa", da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande rivolte da questi arcani: chiede la Ruota (il ciclo del mutamento): che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca? chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrificare? che cosa devo dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare? verso quale punto devo rivolgere la mia ricerca interiore? chiede il Papa: cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 29 ottobre e il 2 novembre. L'angelo Yelahiah appartiene al Coro degli Angeli Virtù guidato dall'Arcangelo Raffaele. Il segno dello Scorpione cade sotto il severo Arcangelo Camael, mentre la decade che qui interessa (24 ottobre-2 novembre) è sotto l'Arcangelo Gabriele. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Yelahiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono i cittadini vittime della strage di Melissa; Paolo Giorgetti, industriale; Giovanni, Giuseppe e Vincenzo Santangelo, sindacalisti.
Yelahiah l angelo custode più grande che c è
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