I sei Angeli Custodi del Toro,
collettivamente, fanno dei loro nati persone serie, responsabili, gradevoli e
meritevoli di fiducia; inoltre accordano loro la sicurezza materiale.
Il nome di Achaiah significa "Dio buono e paziente"
Il dono dispensato da Achaiah è il CORAGGIO
Dice Haziel che, da un punto di vista collettivo, questo Angelo domina la
diffusione della cultura in tutto il mondo, favorendo le scoperte scientifiche
e le invenzioni utili all'umanità. Sul piano individuale invece la sua missione consiste nel rivelare alla
persona le possibilità connesse alla sua organizzazione mentale (o interiore), guidando
a utilizzare scientemente i propri pensieri per comprendere l'esteriorizzazione
del pensiero Divino, e utilizzare le facoltà che ne derivano per organizzare la propria vita,
attribuendole senso e finalità precisi. Il pensiero Divino che, promanato
da Metatron, si riversa negli uomini attraverso le energie mercuriane di
Achaiah, esercita forte potere di trasformazione su ogni creazione naturale;
pertanto con l'aiuto di quest'angelo l'individuo potrà dare luogo a nuove e più proficue configurazioni nelle persone e nelle
cose, in grado di esaltare, intensificare, mettere a frutto al meglio tutto ciò
che più conta. Grazie a questo Angelo il potere supremo della Volontà delle
Volontà Metatron attiva il Fuoco-disegno e l'Acqua-sentimenti. Achaiah dissolve
tutto ciò che ha carattere primario al fine di creare delle circostanze nuove
intensamente favorevoli. Questa dinamica di distruzione-ricreazione si insedierà
in noi per poter eliminare opere di modesta portata al fine di ri-crearle
migliorate. Se invocato l'Angelo assisterà questo percorso, continua
Haziel, con assoluta precisione,
facendoci dono di una straordinaria lucidità intellettuale. In altre parole
nei protetti da Achaiah esiste la potenzialità di trasformare la realtà
armonizzando in modo molto proficuo l'Ingegno e la determinazione con la dolcezza;
allo stesso modo egli può dispensare questo dono a tutti coloro che lo
invocano.
Sappiamo che secondo la Kabbalah tre
versetti dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere), celano il codice dei 72
Nomi di Dio; e precisamente i versetti 19, 20 e 21 (ciascuno composto da 72 lettere) del
capitolo 14: "l'Angelo di Dio che precedeva l'accampamento di Israele
cambiò posto e si pose dietro di loro. Anche la colonna di nube si mosse e dal
davanti passò indietro. Venne così a trovarsi fra l'accampamento degli Egiziani
e quello di Israele. (Es. 14, 19). Questa nube da un lato (cioè per alcuni) era
tenebrosa, dall'altro (cioè: per altri) rischiarava la notte; così per tutta la
notte gli uni non poterono raggiungere gli altri. (Es. 14, 20). Allora Mosé
stese la propria mano sul mare e l'Eterno, durante tutta la notte, ritirò il
mare con un forte vento da Oriente, rendendolo asciutto; e le acque si
divisero". (Es. 14, 21). Riguardo
alle origini delle lettere nel trigramma-radice di questo Nome aleph,
caph, aleph, la prima Aleph proviene dall'Angelo, la Caph (il palmo della
mano) viene dal Tutto; la terza lettera, cioè la seconda Aleph, è attributo
della mano di Mosé. Il rebus formato da queste tre lettere mostra la relazione
tra gli essere spirituali e i figli della Terra; la mano di Dio è tesa verso
coloro che desiderano ricevere la forza dalla Sua potenza (interpr.
Muller/Baudat). La configurazione di questo Nome rimanda a potenzialità creative ed
energetiche veramente notevoli, savoir-faire intellettuale e capacità di
discernimento; volontà di progredire utilizzando tutte le proprie attitudini
per poi condividerle con il resto del mondo. Relazioni equilibrate tra spirito
e istinto, capacità e intelligenza in grado di apportare molte soluzioni.
Achaiah secondo Sibaldi
Dice Sibaldi che la radice
aleph, caph, aleph di questo Nome cela
la frase: ho due anime, e una contiene,
domina, modella l’altra. E aggiunge che nella vita dei protetti da questo
Angelo tutto dipende dal modo in cui
sapranno far fruttare il rapporto tra le due «anime» (di cui parla il Nome):
una estroversa, gioiosa, creativa, e l’altra cupa, inerte, autodistruttiva.
Tale rapporto è essenzialmente una costrizione reciproca (la kaph nel nome),
nel prevalere ora di una loro «anima», ora dell’altra; ne consegue un perenne
duello interiore che impone precise e severe regole e fasi, in una dinamica che
a tutti loro sarà utile conoscere e riconoscere. E vediamo quali sono.
Regola
e fase n°1: gli ’Aka’ayah riescono soltanto nelle imprese difficili. La
tensione tra le loro due «anime» – come tra due poli di una pila – produce
infatti troppa energia perché possano accontentarsi di mansioni ordinarie. Se,
perciò, si scelgono un’attività tranquilla, la renderanno complicata. Nei
periodi in cui tutto va bene, cioè, è possibile che sentano il bisogno di
ricreare tensione interiore "creando" essi stessi problemi, o nuove sfide,
per usare quell’energia.
Regola e fase n. 2: la loro energia è talmente grande
che, una volta ottenuto un qualsiasi successo, non sanno né premiarsi né
riposarsi: la loro «anima» estroversa li spingerà a proseguire fino
all’eccesso, e allo sfinimento; e a quel punto sarà l’altra «anima» ad assumere
il loro controllo; il rischio a questo punto è che essi precipitino in stati di
deprimente prostrazione.
Regola e fase n. 3, la più difficile: devono
sprofondarsi in questa depressione, accettarla, lasciarsene dominare; se invece
cercano di resisterle, non faranno che prolungarla; se vi si abbandonano un
po', sarà come il letargo dei plantigradi, che li ritempra, li rinnova. Regola
e fase n. 4, quella decisiva: tale letargo termina d’un tratto, da un giorno
all’altro gli ’Aka’ayah si riscoprono attivi, carichi di energia e di uno
slancio tutto particolare, concentrato, introverso, fatto per lo studio, la
riflessione, l’accurata preparazione d’imprese ancor più difficili e ambiziose
di quelle già realizzate. Quanto più determinati e pazienti gli ’Aka’ayah
saranno in questa fase, tanto più grandi saranno i successi che di lì a poco
sapranno conquistarsi – per poi naturalmente esaurirsi di nuovo e ripiombare
nel letargo, e così via...
Questo ciclo si ripete ininterrottamente nella loro
vita, dall’infanzia fino alla profonda vecchiaia, plasmando nelle sue fasi
giornate, mesi e anni con ritmi ogni volta diversi, a seconda di come gli
’Aka’ayah ne assecondano o ne intralciano il procedere. Può diventare la loro
principale fortuna: non è da tutti poter disporre così infallibilmente di un
periodo di reintegrazione delle energie, come una catapulta che venga tesa e
caricata, per poi scattare! Oppure può essere la causa delle loro maggiori
disgrazie: se infatti un ’Aka’ayah commettesse l’errore di legarsi a qualcuno o
a qualcosa (a un lavoro fisso, poniamo) proprio durante il suo periodo
depresso, si legherebbe non soltanto a quel qualcosa e a quel qualcuno ma anche
alla depressione, e ne rimarrebbe prigioniero fino a che non riuscisse a
spezzare gli impegni presi allora. Se viceversa credesse di essere veramente se
stesso soltanto nei periodi di maggiore slancio, l’improvviso, irresistibile
arrivo del letargo lo troverebbe impreparato e lo getterebbe in una superflua,
dannosissima disperazione. Attenzione dunque: questi esseri bifronti devono
imparare a conoscere entrambi i propri aspetti, l’attivo e il passivo, a
coglierne le alternanze e a pilotarle con saggezza.
Sarà prudente, a tale
scopo, evitare senz’altro le professioni impiegatizie, e in genere tutte quelle
che richiedono una continuità nel rendimento. La personalità degli ’Aka’ayah
non riuscirebbe, infatti, a reggere a un’esistenza più o meno uguale ogni
giorno: hanno bisogno delle loro lunghe pause, poi di periodi tutt’a un tratto
entusiasmanti. Non solo: sia nei momenti peggiori della fase letargica, sia nel
successivo periodo di concentrazione, capita che cambino profondamente, che
compiano scoperte per loro fondamentali, dopo le quali appare loro impossibile
continuare a vivere come prima. Li anima, anche, il desiderio di comunicare
tali scoperte, oltre che di esprimere, raccontare in qualche modo le tensioni
del loro strano destino: e ciò fa di loro degli autentici artisti – e attori
soprattutto, abituati come sono, fin dalla nascita, a impersonare due ruoli.
Abbiamo così, tra gli ’Aka’ayah, nientemeno che Shakespeare, e poi una vera
folla di star (da Nicholson ad Al Pacino - del resto il ritmo cinematografico,
dalle lunghe attese all’improvviso balzo del «Motore! Azione!» è consono alla
loro indole). Sono portati alla filosofia, e fin dall’adolescenza li agita, in
quelle fasi, il desiderio di capire il perenne mutare del loro stato d’animo e
del mondo attorno a loro. E quando diventano filosofi di professione, è
impossibile non sorridere del loro akayanesimo, dell’impronta cioè che il loro
Angelo dà alla loro immagine del mondo. Kant, per esempio, che cerca appassionatamente
un punto fermo (l’intelletto, per lui) a cui ancorare le continue oscillazioni
dell’uomo tra ragione e sentimento, e sul quale costruire principî d’azione
finalmente categorici, universali (capaci di resistere, diremmo noi, in tutte
quante le fasi akayane). Oppure Max Weber, che stabilì un diretto rapporto di
causa-effetto tra il pessimismo calvinista e il successo economico – tra fase
depressiva e conseguente slancio, insomma. Tra i filosofi della materia e della
natura, gli scienziati, vi fu Guglielmo Marconi – guarda caso la radio doveva
stabilire un collegamento fino ad allora inimmaginabile tra le due sponde
dell’Atlantico: e anche qui si espresse il bisogno di stabilire ponti tra i due
opposti sistemi che da sempre aveva avvertito in se stesso. È interessante
notare l’alternarsi delle due «anime» akayane e delle loro fasi anche in famosi
politici nati in questi giorni, come Cromwell e Lenin, dapprima tenutisi a
lungo in ombra, e divenuti poi travolgenti protagonisti di rivoluzioni, e
infine cupi tiranni, kaph personificate. Certo, per chiunque abiti con degli
’Aka’ayah, anche molto meno imperiosi di questi, una notevole fase di stress,
così come di pazienza serafica, è da mettere in conto, sia quando giacciono
disfatti e lamentosi, con lo sguardo fisso nel vuoto, sia quando sono talmente
presi dall’attività da dimenticarsi di mangiare e dormire. Ma l’albero si
giudica dai frutti, e così pure il giardiniere. Favorire, guidare, stimolare
accortamente (e al momento giusto) la fruttificazione di questi animi
tutt’altro che noiosi può dare splendide soddisfazioni, a quei loro compagni
che abbiano nervi saldi e cuore generoso.
Qualità di Achaiah e ostacoli dall'energia
"avversaria"
Le qualità sviluppate da Acahiah sono calma,
inventiva, perseveranza, enorme senso pratico, visione rigorosa degli
avvenimenti; intelligenza viva e pronta, in grado di risolvere ogni tipo di
problema; inoltre amore per la campagna e la natura. La sua energia dona la
pazienza e l'applicazione necessarie per lo studio e per l'esecuzione di
compiti difficili; comprensione delle prove, discernimento; interesse per la
scienza e velocità di apprendimento; ingegno nella messa a punto di
procedimenti produttivi e industriali in genere. Concede successo nei campi
delle scienze naturali, dell'ecologia, dell'agricoltura, dell’industria e delle
comunicazioni. Ispira all’uomo l'apertura alle facoltà sottili che dormono in
noi e spinge ad elevarsi verso Dio. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama
Samiel e rappresenta la mancanza di speranza. Porta confusione,
scoramento e ignoranza; difficoltà nell'apprendere, svogliatezza, faciloneria,
lassismo; causa insofferenza, impetuosità, invidie, gelosie.
Meditazione associata al Nome: DNA dell’anima
La meditazione associata a Achaiah si chiama
"DNA dell’anima". Secondo la Kabbalah questo Nome fornisce lo
strumento meditativo più efficace a chi vuole riportare ordine nella propria vita
quando il suo ordine appare frammentato e incoerente, o le certezze appaiono
minacciate. Meditare su queste lettere ricostruisce lo “stato originale” che
appare perduto: cioè ri-crea ordine dal caos, organizzazione dalla confusione,
calma dall'agitazione, attingendo alle migliori potenzialità che sono nel DNA stesso
della nostra vita. • Meditazione:
ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome,
senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo
dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per il potere di questo Nome ricevo piena Energia dalle forze della
Creazione. Viene restituito significato alla vita. L'ordine ritorna. La
struttura ricompare. Tutto torna al posto giusto e nella posizione migliore.
Esortazione angelica
Achaiah esorta a non giudicare l’assetto
degli eventi dalle sole apparenze che riusciamo a percepire, dalle quali ogni
logica sembra assente: il cambiamento che esiste in ogni cosa deve essere
l’oggetto della meditazione che ci può condurre ad attingere dentro di noi la
speranza necessaria a dispiegare veramente i nostri talenti e a mettere tutti
noi stessi al servizio del mondo.
Giorni e orari di Achaiah
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo
angelo, Achaiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si
schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati
dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 15 gennaio, 27
marzo, 9 giugno, 23 agosto, 4 novembre; ed egli governa ogni giorno, come
"angelo della missione", le energie dalle h. 2.00 alle 2.20. Assiste
perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in
qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo
possono invocare. La preghiera rivolta specificamente a Achaiah è il versetto: Miserator et misericors Dominus longanimis et multae
misericordiae (Sal.103, 8 - Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e pronto alla misericordia).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono
associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche
corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi;
questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul
piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice aleph, caph, aleph del Nome risponde
alla configurazione: "Il Mago – la Forza – il Mago". Da qui la
riflessione che nasce dalle domande poste da questi arcani: il Mago (l'inizio,
la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che cosa sto scegliendo? come
posso canalizzare la mia energia? la
Forza (inizio creativo, nuova energia) qual è, e dov'è, la mia forza? cosa devo
domare? il Mago (l'inizio, la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che
cosa sto scegliendo? come posso canalizzare la mia energia?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie
arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 21 e il 25 aprile.
L'angelo Achaiah appartiene al Coro degli Angeli Serafini guidato dall' Arcangelo
Metatron. Questa decade in particolare (21-30 aprile) è dominata
dall’Arcangelo Binael, mentre il segno del Toro nel suo complesso cade sotto l'Arcangelo Haniel. Con questi link reinvio dunque a tali entità angeliche: i nati in
questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo
Custode Achaiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro
fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è
esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo: i "santi laici" di questi giorni sono Settimio Passamonti, della Polizia
di Stato, e tutti i caduti della Liberazione.
il mio adorato custode <3
RispondiEliminaAnche il mio...
RispondiElimina<bello il mio angelo Custode
RispondiEliminaChe splendida descrizione! :D Caro angelo illumina la mia strada
RispondiEliminaLeggendo questa cosa mi sembra di essermi guardato allo specchio e letto dall'interno. il mio angelo mi protegge :D
RispondiEliminaCon Questa Descrizione... ringraziando l'Amministratore,
RispondiEliminami Rispecchio in Pieno nell'Angelo in Questione,
sopratutto... nella Cadenza di Nascita, Toro-Asc.Toro.
Un Medium mi disse di me, Sensitivo allo stato Puro,
con Un Cuore Generoso e molto Amante della Natura
e di tutto il Creato di Dio.!
E Leggendo Questa Esaustiva Spiegazione
Ho Avuto CERTEZZE di Tante Qualità Benefiche
ce Fanno Parte di Me, Grazie a questo Potente Angelo di Dio, e Custode dell'Uomo.!
Bye... Un Caro Saluto, un Abbraccio e un Sorriso.
Sono affascinato da tutto questo mondo che mi circonda. Ora sono piu consapevole che la Forza Celeste aspetta un mio segnale per attivarsi. Sono pronto per iniziare questo nuovo cammino.��������☺.
RispondiEliminaStronzate
RispondiEliminaStronzate
RispondiEliminaComplimenti per la divulgazione. Buona vita.
RispondiEliminache meraviglia, in questi giorni mi sono chiesta chi poteva essere la mia guida che m illumina ogni giorno, adesso ha un nome..<3
RispondiEliminaIo ho bisogno di lui
RispondiEliminaQuesta alternanza la conosco bene. È stata grande sofferenza per me. Può un Angelo volere questo buio x il suo protetto? Avrei preferito nascere con un altro destino..
RispondiEliminaSono nata nel 25/04 alle 06.00 di mattina Ciao , già sapeva che il serafino Achaiah era mio custode e di che aveva 2 anime e qualvolta mi sento giusto così. Sono un toro con ascendente in toro e mi ho sentito come in questa descrizione, meno di restare in depressione. Nonostante la vita , sono molto positiva .
RispondiEliminaMi fa tristezza questa interpretazione. Non finirà mai questa alternanza, non leggo in Sinibaldi alcuna via di fuga..
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