Nithael, o
Niyathel, o Niyitha’el, è il 54esimo Soffio e il sesto raggio angelico nel Coro venusiano degli
Angeli Principati, nel quale amministra le energie di Venere. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dal 25° al 30 ° del Sagittario ed è l'Angelo Custode dei nati dal 17 al 21 dicembre. I sei Angeli Custodi del Sagittario sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati
persone leali, gentili, energiche e indipendenti, capaci di gestire il potere ma anche di essere generosi con i deboli gli oppressi; orgogliosi e impulsivi, questi nati sono anche pronti a dimenticare i torti. Nithael è anche l’ultimo fra gli angeli Principati che appartenga al gruppo dei 6 angeli della Costellazione del Sagittario: i quali, s
econdo Sibaldi, hanno anche la specifica caratteristica di essere accomunati da qualità molto simili tra loro, il che non si riscontra nelle energie angeliche di nessun altro segno zodiacale; è semmai molto raro che due Angeli dello stesso segno si somiglino. Questi 6 Principati, invece, sembrano essere una sorta di variazione sullo stesso tema esistenziale, che Sibaldi chiama "il Castello": quello che sembra rappresentato, fra 2 torri, nel pittogramma delle 3 lettere-radice del Nome di Vehuel (il primo dei Principati). E aggiunge che i Principati, appunto, sono gli Angeli della Bellezza: Dante, nel pieno rispetto della Qabbalah, li colloca nel terzo cielo del Paradiso, quello di Venere. La bellezza è quel qualcosa che si coglie nelle forme, ma che supera le forme stesse: e tutti i loro protetti sembrano appunto porsi, sul piano esistenziale, come "in alto" rispetto agli altri, in quanto cercano in se stessi una forma di identità più alta, più grande del semplice «io». Se per moltissimi che si accontentano di appartenere a un qualche «noi» (nazione, squadra, azienda, famiglia, religione, razza) l’«io» non è ancora nemmeno considerato, e per molti altri ancora l’«io» è un punto di arrivo (già riuscire a essere se stessi è una grande conquista), per i nati sotto questi angeli l’io è addirittura una porta, l’inizio di una via, oltre la quale sono impazienti di avventurarsi. Perciò il «noi» può annoiarli e opprimerli, così come fermarsi alla semplice accettazione e soddisfazione dell’«io».
Il nome di Nithael significa “Re dei Cieli"
Il dono dispensato da Nithael è l'EREDITA'.
Nithael dispensa le energie di Venere nel coro venusiano dei Principati: è dunque un angelo pienamente venusiano, apportatore di Bellezza, arte e sensibilità; domina infatti sui talenti artistici ed estetici, viene considerato l’angelo che aiuta a percepire la nobiltà di cuore, e può anche dispensare una capacità di rigenerazione che aiuta a preservare in sè la giovinezza; dona centratura, capacità di accogliere gli altri, aiuta a conseguire celebrità e prestigio.
Dice Haziel, infatti, che l'angelo Nithael infonde la bellezza, la delicatezza, la grazia, il senso artistico e tutti i poteri emanati dai Turbini di Vita della Colonna di Destra dell’Albero della Vita. I suoi protetti recheranno questi valori al mondo materiale, che grazie a loro li rifletterà in modo splendente, abbagliante, perché questo Angelo accorda ai suoi protetti il comando sulle Forze Spirituali di questa Colonna. E' il potere di cui disponeva il Re Salomone. (...) assicura l'amicizia delle persone fortunate, che favorisce la prosperità in generale, morale e materiale. Si può dire anche che Nithael sia l'angelo del denaro, inteso come potere sociale e mondano. La persona (...) amerà dunque le cose belle e l'eleganza. Ma purtroppo non tutti comprendono la vera natura di questi doni, che sono solo simbolo e riflesso di beni più splendenti, e vanno utilizzati per portare benessere comune e luce spirituale. Può dunque capitare che molti nati sotto questo Angelo la fraintendano, finendo per attaccarsi così ai beni materiali e alla loro conservazione, ed è in tale congiuntura, prosegue Haziel, che l'Angelo dell'Abisso contrario a Nithael ha la possibilità di esercitare il proprio influsso negativo.
Sappiamo che secondo la Kabbalah tre versetti dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere), celano il codice dei 72 Nomi di Dio; e precisamente i versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14. Riguardo alle origini delle lettere nel trigramma-radice di questo Nome, nun-yod-thaw, la Nun (pesce) proviene da: "Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro" (Esodo, 14, 19). La Yod (mano) viene da (Esodo, 14, 20): "venendosi a trovare fra l'accampamento degli Egiziani e quello di Israele"; mentre la Thaw (croce) proviene da (Esodo 14, 21): "e l'Eterno, durante tutta la notte, ritirò (prosciugò) il mare con forte vento da Oriente". Questi segni suggeriscono che questo angelo aiuti la rigenerazione dell’energia vitale (interpr. Muller-Baudat).
Nithael secondo Sibaldi
Sibaldi vede, nella radice nun-yod-thaw del Nome il concetto: "il mio agire è fruttuoso quando guardo oltre ciò che già esiste", e - ricordando che il primo esperimento di volo dei fratelli Wright, oltre cent’anni fa, ebbe luogo un 17 dicembre, dice: l’era del volo a motore non sarebbe potuta cominciare sotto migliori auspici celesti: Niyitha’el è infatti l’Angelo dei nuovi cammini. I suoi protetti guardano impazienti sia il proprio orizzonte interiore, sia gli orizzonti di cui il loro tempo si è accontentato, e fin dove giunge lo sguardo non trovano nulla che dia senso alla loro vita. È come se ciò che la gente già sa intralciasse la visuale dei Niyitha’el; le certezze li opprimono, non c’è posto, nel loro animo, per cose come l’eccessiva stabilità, il senso di sicurezza, di protezione. Guido Gozzano era Niyitha’el, e ciò che lo rende tanto incantevole in certe sue famose liriche (scritte negli stessi anni degli esperimenti dei Wright) è proprio quel suo modo di guardare alla quieta vita borghese come a un oppio, o addirittura a un veleno, dolciastro e mortale, con cui tanti si suicidano e lui no: «Dove andrà?» – «Dove andrò? Non so… Vïaggio. / Vïaggio per fuggire altro vïaggio… / Oltre Marocco, ad isolette strane, / ricche in essenze, in datteri, in banane, / perdute nell’Atlantico selvaggio…» (La signorina Felicita). Si, viaggiare! Compose un libro di liriche sulle farfalle (poter volare!) e poi partì per l’India, per contemplare le montagne più alte del mondo. I Niyitha’el non possono che sorridere, riconoscendo nella sua opera poetica tutta la gamma emozionale di quelle esitazioni che possono trattenerli anche per decenni, prima del decollo – come risulta anche, in versione pop, dalla canzone più memorabile della Niyitha’el Gigliola Cinquetti, “Non ho l’età”. E quando finalmente decidono di averla, l’età, allora partire, per loro, è smettere di morire. Diventano d’un tratto i massimi esperti della Provvidenza, che com’è noto assiste e finanzia soltanto chi si mette in gioco. Scoprono in se stessi un’energia tanto più strabiliante quanto più si lasciano indietro qualche limite: “La Terra il Mare il Cielo l’Universo”, per usare un altro verso gozzaniano, da “In morte di Giulio Verne”. Si pensi al Niyitha’el Steven Spielberg. Gioiscono anche nel fermarsi, al di là di qualche confine appena superato (geografico, estetico o morale: non fa grande differenza per loro), per dare lezioni di coraggio a chi non l’ha varcato: come Paul Klee, nell’arte astratta; o Jean Genet, con la sua vita di scandali. Non per nulla il loro santo è il Niyitha’el Thomas Becket, l’arcivescovo di Canterbury, che preferì farsi uccidere piuttosto che sottomettersi agli ordini del suo re. E fu il Niyitha’el Paracelso il primo a sostenere che i processi chimici sono gli stessi nel nostro corpo e nella natura (che voglia d’immenso!), e venne perciò sbeffeggiato dai colleghi nelle università d’allora; per tutta risposta, diede scandalo mettendosi a insegnare in lingua popolare – in tedesco – invece che in latino, allora d’obbligo. Viaggiò a lungo, fino in Russia, Asia e Africa, sempre insofferente di ogni autorità. “Alterius non sit, qui suus esse potest”, era il suo motto: non decida di appartenere a un altro, chi può appartenere a se stesso! Perfetto talismano contro la peggiore tentazione dei Niyitha’el, che è quella di placarsi, di non cercare più. Fino a che osano più di chi li circonda, anche i loro difetti possono risultare pregi: i modi provocatori, la testardaggine, l’ambizione, e addirittura la frettolosità con cui liquidano le opinioni altrui, non appena vi annusano tracce di conformismo… All’opposto, questi difetti possono divenire altrettanti tormenti per loro stessi e soprattutto per gli altri, quando i Niyitha’el, invece di partire, rimangono, o invece di insubordinarsi si adeguano: la loro ambizione si trasforma allora in ansia, in terrore di perdere il poco che hanno (è sempre poco, per loro), e in gelosia, in invidia; la testardaggine, in stupidità; la voglia di provocare, in cinica rabbia, prodromo di depressione. In buona parte di loro, tale trasformazione è d’altronde ciclica: l’umore cupo riappare ogni volta che rallentano, e svanisce quando ricominciano ad accelerare. Tutt’altro che facile è la loro vita sentimentale; il matrimonio, specialmente, li delude con grande rapidità. Deleterio è per loro qualsiasi lavoro fisso che non implichi, oltre ai viaggi, anche rischi o frequenti imprevisti. E guai ad averli come capi: la costanza e i compromessi che la carriera avrà loro imposto non potranno non averli incattiviti, e l’idea stessa di avere dei sottoposti – di doversi adattare ai tempi, ai limiti altrui – li farà sentire perennemente come aquile in trappola, disperate, penose. Sono nati per essere liberi, e grandiosi, cosa che potranno ottenere dispiegando i loro talenti, con piena fiducia in se stessi. E con quel pizzico di distacco che possa nutrire in loro, da un lato, l’indipendenza dal denaro; dall’altro la tolleranza e la generosità verso gli altri.
Qualità di Nithael e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità che sviluppa Nithael sono rispetto dei valori, amore per la Legge e la legalità, galanteria, tenerezza, sentimenti religiosi, nobiltà d'animo, dolcezza, gioia, stabilità, prestigio, eloquenza. Concede fama attraverso le proprie opere, reputazione nel mondo scientifico e dell'arte, benevolenza e favori accordati da persone autorevoli o dalle autorità dello Stato. Accorda inoltre protezione dai pericoli, aiuto divino nelle difficoltà e la capacità di portare aiuto ai sofferenti. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario a Nitahel si chiama Omet e rappresenta l'astio contro l'autorità e chi la detiene, dunque anche astio o invidia contro chi detiene mezzi e poteri. Causa rovesci di fortuna, attaccamento, invidia, rovina, rivoluzioni e illegalità, nonché distruzione dei rapporti, sconvolgimenti in ogni campo della vita degli uomini.
Meditazione associata al Nome: la morte della morte
La meditazione associata a Nithael si chiama “la morte della morte”. Secondo la Kabbalah questo Nome fornisce lo strumento meditativo più efficace a contrastare nella propria vita il senso di morte, l’angoscia e il blocco che in un determinato momento della vita può essere collegato a qualcosa che finisce. Il potere della morte non si limita infatti al corpo fisico. Essa si manifesta anche nei processi della vita, ad esempio nella fine di un'amicizia, nel fallimento di un'impresa, nello scioglimento di un matrimonio. Quando le cose finiscono, o cose buone corrono il rischio di finire, questo Nome caccia la morte. Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: Per il potere di questo Nome focalizzo ora la mia attenzione e medito con totale adesione e certezza sull'assoluta e definitiva scomparsa dell'angelo della morte.
Esortazione angelica
Nithael esorta a riconoscere, nei beni e nelle gioie terrene, il riflesso della Bellezza divina; a non temere la morte e la fine dei beni, consapevoli che la vita si estende ben oltre le percezioni fisiche: esorta alla gratitudine per la Bellezza, a invocare per tutti una felicità fatta di potere e di splendore, a prodigarsi in prima persona, tramite i propri talenti, per diffondere la bellezza nel mondo.
Giorni e orari di Nithael
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Nithael è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 2 marzo, 14 maggio, 28 luglio, 10 ottobre, 21 dicembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.17.40 alle 18.00. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Nithael è il versetto il 19° versetto del Salmo 102: Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono e il suo regno su tutto l'universo domina (Dominus in coelo paravit sedem suam; et regnum ipsius omnibus dominabitur).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice nun-yod-thaw risponde alla configurazione: "la Temperanza - la Ruota della fortuna - il Matto", da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande rivolte da questi arcani. Chiede la Temperanza (protezione, circolazione, guarigione): cosa mi protegge? quale rapporto devo mantenere con me stesso? cosa devo curare? chiede la Ruota (il ciclo del mutamento): che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca? chiede il Matto (libertà, grande apporto di energia): da cosa mi sto liberando? da cosa devo liberarmi? Come posso canalizzare la mia energia? Da notare che questa carta, associata alla lettera 22 dell’alfabeto ebraico, in realtà non ha numero: è quella che nelle carte chiamiamo il “jolly”. Rappresenta dunque l’energia originaria senza limiti: la libertà totale, perfino la follia, il caos, ma anche l’impulso creatore fondamentale. Questa carta rappresenta l’eterno viaggiatore che cammina per il mondo senza legami e senza nazionalità, la cui frase chiave, secondo Jodorowsky, potrebbe essere: “tutte le vie sono la mia via”. Ma attenzione!.. nella sua chiave negativa rappresenta anche la forza che induce a camminare senza meta, verso la distruzione; sta a noi diventare coscienti della forza creatrice che possediamo e saperla orientare senza disperderla.
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 17 e il 21 dicembre. L'angelo Nithael appartiene al Coro degli Angeli Principati guidato dall'Arcangelo Haniel. Il segno del sagittario e la decade che qui interessa (13-21 dicembre) cadono entrambi sotto il gioioso Arcangelo Hesediel. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Nithael. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giuseppe Borsellino, imprenditore; Alfio Zapalà, guardia giurata; e i cittadini vittime della strage di Canicattì.