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martedì 11 gennaio 2011

Harahel, angelo 59, dei nati fra l'11 e il 15 gennaio


Harahel, o Harael, o Harahe’el, è il 59esimo Soffio; è il terzo raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele. Il suo elemento è la Terra; ha domicilio Zodiacale dal 20° al 25° del Capricorno ed è l’Angelo Custode dei nati fra l'11 e il 15 Gennaio. I sei Angeli Custodi del Capricorno, collettivamente, fanno dei loro Protetti individui seri, dotati di pazienza e senso di responsabilità. Si tratta inoltre di persone ambiziose in senso positivo, in grado si portare a buon fine i loro progetti con silenziosa ponderazione.
Il nome di Harahel significa “Dio onnisciente".
Il dono dispensato da Harahe'el è la RICCHEZZA INTELLETTUALE.
Si tratta della vitalità mentale che dà la determinazione a conoscere l'essenza delle cose, della vita e degli esseri, per acquisire conoscenza e coscienza, senza porsi limiti (he-resh-heth).
E' un'energia angelica molto attiva, ritenuta fra tutte la più produttiva. La fecondità che dispensa proviene dalla congiunzione delle energie di Mercurio e di Giove, che egli governa nel proprio Coro. Harahel dona ai suoi protetti le potenzialità di un'intelligenza onnipotente e facilità nella diffusione intellettuale; talento nella matematica e nell'amministrazione; buon carattere, onestà e saggezza. Protezione dal fuoco e dalle esplosioni. Buona ripresa dalle malattie e longevità. L'individuo da lui protetto che gli si affida, perciò, apprenderà facilmente e potrà ottenere successo nelle attività intellettuali e materiali. Avrà attitudine sempre positiva e diffonderà il bene, la bellezza e la verità. Tramite l'invocazione è possibile ottenere apertura mentale e coraggio, fecondità nei soggetti sterili (e conseguenti nascite di bambini), rispetto filiale, successo nelle attività borsistiche e bancarie e in ciò che attiene all'oro e ai preziosi. Il successo dipende naturalmente dalle capacità individuali di ognuno, ma la preghiera all'Angelo dà la possibilità di concretizzare le capacità, i talenti, i desideri e i progetti.
Harahel secondo Sibaldi
Dice Sibaldi che i protetti da Harahe’el appartengono alla categoria degli animi grandi e generosi, che possono superare la dimensione dell’«io» e non si accontentano facilmente dei loro traguardi: "agli altri basta guadagnare per se stessi e per i loro cari? Agli Harahe’el sembrerebbe una prospettiva soffocante. Gli altri sono contenti di abitare nel loro presente, e credono sia già una gran cosa capire la propria civiltà? Gli Harahe’el hanno invece bisogno di spaziare, di conoscere e far conoscere l’altrove, il futuro, il passato, l’ignoto. Si sentono al tempo stesso esploratori e tramiti: media, porte attraverso le quali ciò che è stato dimenticato o ciò che ancora non è stato scoperto possa giungere nella loro epoca attuale e ampliarla. Può trattarsi, nei casi più eroici, di ideali, di grandi sogni ancora irrealizzati: un «I have a dream…» come quello dello Harahe’el Martin Luther King. Oppure, più semplicemente, di idee nuove: quando è questo che li interessa, una qualche antenna li guida con sicurezza verso ciò che è più all’avanguardia, se ne impadroniscono, lo divulgano, lo trapiantano là dove operano, preoccupandosi che metta radici e dia frutto. O ancora quando si interessano più degli individui che dei Paesi, quella stessa antenna permette loro di cogliere negli altri qualità e possibilità che, talvolta, essi stessi ignorano o sospettavano appena: e sanno incoraggiarle, educarle, promuoverle". Lo stesso talento può dar loro riuscita in tutti i campi, compreso quello di produrre e moltiplicare ricchezze. In questo caso l’oro stesso è una sorta di "materializzazione dell’altrove, un condensato di potenzialità: appunto così lo intendono gli Harahe’el, e perciò lo amano e, solitamente, ne sono amati". Ma gli Harahe’el più evoluti toccano anche altissimi livelli di generosità e di eroismo: dal dott. Albert Schweitzer in Africa a Giovanna d’Arco, che mediava tra i mondi parlando direttamente con il proprio Arcangelo. In effetti sono individui molto determinati, fino a divenire notevolmente intransigenti, se non fanatici. C’è in questo un rischio di rigidità che, per seguire davvero i loro impulsi innovatori, essi devono smussare; in particolare devono combattere duramente le forze conservatrici, le barriere dello ieri (proprio o dei familiari), che impiglia le loro vite più di quanto essi siano in grado di riconoscere. Molto del passato infatti tende a restare «presente» nel loro vissuto come sopravvivenza di questioni non risolte, anche da moltissimi anni: "debiti e crediti esistenziali da sanare, rancori, rimorsi, rimpianti, promesse da mantenere, nostre, dei genitori, dei nonni… fin da piccoli gli Harahe’el lo intuiscono, e sentono tutto ciò come una pena e una sfida: il loro compito è vincerla – a denti stretti e muso duro – e non c’è dunque da stupirsi se nel farlo non brillano per senso dell’umorismo, o appaiono bruschi ". Ma l'Angelo sprona a mettercela tutta per non arenare l'anima su terreni che conducono alcuni a diventare amari e cinici, critici "raggelatori degli animi", contro tutto ciò che è nuovo e promettente, cioè volti proprio all’opposto delle loro potenzialità. Sibaldi porta ad esempio, nella politica italiana, l’Harahe’el Andreotti. Dice ancora, Sibaldi, che gli Harahel "non hanno mezze misure nemmeno nella vita privata: in amore – e nel sesso – cercano l’assoluto, sostenuti in ciò anche dalla loro prepotente energia fisica, e possono scavalcare coraggiosamente alti ostacoli per raggiungerlo, se l’hanno intravisto, lasciandosi indietro anche legami e fedeltà. Nei periodi, invece, in cui non intravedono occasioni e desistono troppo a lungo dalla ricerca, tanto più difficilmente scampano alla tentazione di avvolgersi in pregiudizi, timori e senilità precoce, preparando così ai loro eredi un carico di passato non meno pesante di quello che loro stessi avevano ricevuto dai genitori". Ne consegue che, per salvarsi e realizzarsi, i protetti da Harahel devono amare e desiderare: così avranno e daranno gloria.
Qualità di Harahel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Harahel sono intelligenza, senso della gerarchia e rispetto dei superiori, bontà, lucidità di fronte al denaro, piacere di istruire gli altri. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Halan e rappresenta l'azione sterile. E' nemico della cultura e causa avvenimenti distruttivi o funesti per la ricchezza. Provoca attività inutili e vane, rigidità, incendi, fallimenti o dilapidazione dei patrimoni. La preghiera al proprio Angelo (o la meditazione sul rispettivo "Nome di Dio") difende i nati in questo periodo dal cadere in questi rischi e difetti, salvando dalla sterilità mentale, dall'aberrazione intellettuale, da rovina e perdite.
Meditazione associata al Nome: cordone ombelicale
L'intuizione su cui meditare è che ogni gesto cattivo, o che crea danno, determina in noi un immediato "ritirarsi" della Luce interiore. Possiamo ottenere qualunque vantaggio materiale, ma se l'azione che ce l'ha fatto ottenere è ingiusta verso il mondo, che noi ce ne rendiamo conto o no, ne ricaveremo un malessere interiore che si manifesta come "oscurità". La stessa cosa avviene se ci lasciamo andare alla sfiducia, al pessimismo, al vittimismo che rende inclini alla depressione. La vibrazione di questo Nome resttuisce la connessione con la fonte della luce. La meditazione che vi è associata si chiama "cordone ombelicale". Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: creo un cordone ombelicale con l'energia divina, garantendo la costante presenza di un balume di Luce nella mia vita, che sempre mi soccorrerà nei momenti di oscurità.
Esortazione angelica
Harahel esorta a realizza senza smarrirsi l'esperienza della ricchezza, come elemento prezioso nell'ingranaggio cosmico purché non sia volta a fini troppo personalistici e egoisti. Invita a invocare la sua energia per ottenere il successo materiale; a rispettare i beni conseguiti, a non dilapidare i patrimoni materiali e culturali, a non disperdere se stessi in passatempi inutili.
Giorni e orari di Harahel
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Harahel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 7 marzo, 19 maggio, 3 agosto, 15 ottobre, 26 dicembre; ed egli governa, ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h. 19.20 alle 19.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. Il versetto dai Salmi rivolto specificamente ad Harahel è: "A solis ortu usque ad occasum, laudabile nomen Domini" (Dal sorgere del sole al tramonto è da lodare il nome del Signore).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul piano dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, dunque la radice (het-reish-ket) di questo angelo (invertendo la posizione delle lettere della radice del Nome), risponde alla configurazione: "il Papa-il Giudizio-la Giustizia". Anche da questo si può trarre una riflessione, che nasce dalle domande poste da questi arcani: Chiede il Papa (mediatore, ponte, ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? cosa comunico e con quali mezzi? sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? ho un ideale? Chiede il Giudizio (nuova coscienza, desiderio irrefrenabile): cosa si sta risvegliando in me? quali sono i miei desideri irrefrenabili? cosa stiamo creando insieme? qual è la mia posizione di fronte all'idea di formare una famiglia? Chiede la Giustizia (equilibrio, perfezione): cosa devo riequilibrare o amonizzare? da quali cose inutili mi devo liberare? qual è la mia idea di perfezione? come mi comporto rispetto alla maternità?
Noi ci incarniamo, incessantemente, con il solo scopo di trasformare noi stessi fino a raggiungere il pieno risveglio; ogni vita ci dà l'occasione di profonde trasformazioni che tanto più saranno efficaci e consapevoli quanto più sapremo chiedere l'aiuto delle Energie angeliche. Questa configurazione esorta alla massima consapevolezza di sè, volta a far piazza pulita dei falsi problemi per la migliore realizzazione di sè e del proprio ruolo nel mondo.
CORO DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra l'11 e il 15 gennaio. L'angelo Harahel appartiene al Coro degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele, che governa anche questa decade in particolare (11-20 gennaio), mentre, complessivamente, il segno del Capricorno è governato complessivamente dall'Arcangelo Binael. Questi link rimandano a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarli, infatti, insieme a quella del loro Angelo Custode Harael, anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco con le loro influenze specifiche.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questa settimana sono: Filadelfio Aparo, Giuseppe Insalaco, Andrea Orlando, Natale Mondo.

5 commenti:

  1. Un mio amico è un' Harael. Si tratta di una persona deliziosa e molto sensibile, anticonfornista e piacevolissima!!! Affettuosa, amabile. Davvero questo angelo è interessante x gli artisti come me e le persone che amano creare un mondo migliore!!!

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  2. Giovanna D'Arco è nata il 6 gennaio

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  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Georges_Ivanovi%C4%8D_Gurdjieff

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  4. Molte grazie …sono io🙏

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